Turismo. Numeri record per il 2017 in Emilia-Romagna.
Buon lavoro di programmazione e un nuovo modello di promo-commercializzazione del territorio.
52 milioni di presenze nei primi nove mesi del 2017 in Emilia-Romagna, ovvero già un +6,4% rispetto ai 49 milioni di tutto il 2016. Presentati oggi in Regione i dati sul turismo del periodo gennaio-settembre di quest’anno rilevati dall’Osservatorio turistico regionale di Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con Trademark Italia.
I dati della Riviera indicano un +5,3% rispetto alle presenze e +6,7% sugli arrivi, ovvero 6 milioni 500 mila arrivi, di cui un milione 260 mila stranieri, e 40.615.000 presenze di cui 8.777.000 relative a stranieri.
Per quanto riguarda l’andamento della stagione estiva, da maggio a settembre, sulla costa romagnola si sono registrati un +4,6% di arrivi (5.564.000) e +4,4% di presenze (37.754.000) rispetto allo stesso periodo del 2016. Crescono sia la componente nazionale (+4,2% di arrivi e +3,6% di presenze), sia quella internazionale (+6,6% di arrivi e +7,5% di presenze), in particolare turisti provenienti da Russia, Polonia, Repubblica Ceca e Germania.
Il trend registrato fino ad ora faceva presupporre dati oggettivamente molto positivi: quelli presentati oggi dal Presidente Bonaccini e dall’Assessore Corsini vanno ben oltre le più rosee aspettative. Nei primi tre trimestri dell’anno abbiamo già superato, infatti, la cifra record del 2016. Crescono tutti i comparti, non solo quello della riviera. Segno positivo infatti per le città d’arte, la montagna e le altre località.
In Emilia-Romagna abbiamo voluto dare un’impronta nuova alla promo-commercializzazione del territorio in chiave turistica attraverso l’istituzione delle Destinazioni Turistiche. Proponiamo quindi un modello di marketing territoriale basato su un’offerta a tutto tondo del territorio, non più concentrata solo sul prodotto, come era in precedenza. Elementi naturalistici, beni culturali e monumentali, eventi, enogastronomia, sport e così via si fondono per garantire un’offerta declinabile a pubblici compositi, con esigenze diversificate. A trarne vantaggio non è solo il comparto turistico in senso stretto, ma tutta l’economia locale. Ecco perchè il turismo va sostenuto non solo con investimenti diretti, ma anche attraverso operazioni che potenzino le nostre infrastrutture e la rete di relazioni internazionali.