Sostegno alla Giunta comunale Riminese, indispensabile chiudere il campo di via Islanda.
La Regione Emilia-Romagna, nell’estate del 2015, si è dotata di una legge sull’inclusione di rom e sinti tesa a superare, in tutto il territorio regionale, i grandi campi multifamiliari sostituendoli con soluzioni che, nel pieno rispetto di culture non omogenee ma rispettose le une delle altre, prevedono nuove microaree o singole abitazioni.
Credo sia una buona legge che va nella logica dell’integrazione possibile, cercando nel contempo di abbassare le tensioni sociali che spesso i grandi campi portano con sè. La soluzione non sta nell’evitare tale possibilità sospingendola in un’altra zona della città ed è singolare che, almeno in un Consiglio comunale, non ci sia un dibattito scevro da questo fastidioso preconcetto.
Almeno in un consiglio comunale ci vorrebbe responsabilità, sia amministrativa che politica. I toni esasperati di questi giorni non servono affatto: serve piuttosto una gran lucidità. Per questo sono al fianco della Giunta comunale che sta cercando di risolvere un problema e non di causarne altri.
Per favorire la transizione alle microaree, che si configurano come insediamenti famigliari, la Regione aveva messo a bando 700.000 euro destinati ai Comuni. Quello di Rimini ha presentato il progetto per superare lai??i??insediamento di via Islanda piazzandosi secondo nella graduatoria regionale e ottenendo un contributo di 70.000 euro. Segno evidente di un’ottima progettualità nel corretto alveo della legge.
La legge regionale prevede che nei nuovi e più piccoli insediamenti, ognuno sia responsabile del pagamento delle proprie utenze, dell’obbligo scolastico dei propri figli e del rispetto della legalità, evitando però l’ingenerarsi di diritti immobiliari straordinari. Le microaree, inoltre, diminuiscono l’impatto sociale e facilitano il controllo e la responsabilizzazione. Ai cittadini che ieri hanno protestato nella sala del Consiglio di Rimini voglio proprio chiarire questo, che la soluzione delle microaree non sarà assolutamente paragonabile a quella del campo di via Islanda per degrado e difficoltà di controllo ma permetteremo alle famiglie e ai loro figli già residenti nel Comune di Rimini, un processo di integrazione e civiltà.