Sanità, Nadia Rossi risponde alle preoccupazioni della Fimmg Emilia-Romagna
La consigliera dem: “I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono fondamentali per la medicina territoriale. Nella nostra Regione lavoriamo per innovare e sostenere il sistema nel suo complesso, dopo due anni difficili di pandemia”
Ieri, la Federazione italiana dei medici di medicina generale dell’Emilia-Romagna ha puntato il dito contro il ritorno alla ricetta cartacea, dopo la fine dell’emergenza covid, lamentando una generale preoccupazione per lo stato e le sorti della categoria dopo due anni di pandemia. Sul tema interviene la consigliera regionale dem Nadia Rossi, che rassicura sul fatto che “per quanto riguarda l’utilizzo delle ricette dematerializzate per i medici di famiglia, la competenza è nazionale e proprio dal ministro per le Politiche della Salute, Roberto Speranza, è arrivata la conferma della proroga del servizio fino al 31 dicembre, attraverso ordinanza della Protezione civile”. “Senza dubbio – aggiunge Rossi – serve valutare la resa strutturale di questa misura, considerato che, intorno a noi, il mondo è cambiato e che i formati elettronici garantiscono semplificazione ed immediatezza”.
Sulle altre preoccupazioni espresse dal segretario regionale di Fimmg, la consigliera dem puntualizza: “Mi sento di dire che in Regione Emilia-Romagna l’attenzione per la categoria è massima. E nell’ottica di sviluppare una sanità come quella delineata dal Pnrr, che riporta al centro la medicina del territorio e la domiciliarità con la presa in carico dei pazienti, serve far sì che ognuno diventi soggetto attivo della nuova organizzazione sanitaria. A tal proposito, la settimana scorsa ho sottoscritto insieme ad altri colleghi del gruppo Pd un’interrogazione alla Giunta per sapere come si intenda coinvolgere i medici di medicina generale e le loro rappresentanze nella costruzione del nuovo modello assistenziale territoriale e delle Case di Comunità”.
“La carenza del personale medico che ho avuto modo di sottolineare nei mesi scorsi, seguendo le vicende dei presìdi sanitari locali – spiega Rossi —, è estesa anche ai medici di famiglia e va di pari passo con l’indebolimento delle reti territoriali di assistenza sanitaria, acuito dall’emergenza pandemica. Tutto ciò ha creato problematiche che rischiano di rallentare processi di cambiamento già avviati in Emilia-Romagna, come quelli sulla medicina territoriale, dove i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono figure fondamentali”. “Per questo – conclude – serve riaprire un confronto con le rappresentanze di queste categorie per renderle protagoniste degli interventi di innovazione, anche organizzativa oltre che tecnologica, ormai non più rinviabili”.