“Salute bene comune”. L’Emilia-Romagna vara la legge per chiedere al Parlamento e al Governo di sostenere la sanità pubblica
Nadia Rossi (Pd): “Difendiamo un diritto fondamentale. Con questa legge abbiamo visto chi sta dalla parte delle persone e chi no”
Dopo un lungo dibattito in Assemblea legislativa, la legge regionale dell’Emilia-Romagna a difesa della sanità pubblica è stata approvata senza il voto delle destre nella serata di ieri. “Si tratta di una legge che francamente non avremmo mai pensato di presentare. – ammette la consigliera regionale Pd riminese Nadia Rossi – Ma la legge di bilancio varata dal Governo Meloni qualche giorno fa ci impone di proseguire con tutti i mezzi a nostra disposizione in una battaglia a difesa dei diritti alla salute e alla cura di tutti gli italiani, senza distinzioni. Il Governo sta affossando la sanità pubblica: non copre quelli che sono i costi minimi richiesti da tutte le regioni italiane, senza distinzioni di colore politico, per garantire servizi e cure”.
“Se il Governo vuole favorire la sanità privata, rendendo di fatto la salute una questione per pochi che possono permetterselo, allora lo dica chiaramente e tolga la maschera di fronte agli italiani. – commenta Rossi – Per noi, che in Emilia-Romagna non ci accontentiamo di quello che abbiamo ottenuto in anni di lavoro e che oggi vediamo strapparci via servizi di eccellenza e competenze qualificate, si tratta di una battaglia che portiamo avanti in ogni sede e con tutti coloro che condividono l’imperativo di garantire il diritto alla salute delle persone. Mancano risorse per medici e infermieri, mancano gli investimenti per la salute mentale, mancano almeno 5 miliardi di fondi per la sanità, per le liste d’attesa, per i servizi che devono restare d’eccellenza per tutti.”
Quest’anno il rapporto tra la spesa sanitaria e il Pil nazionale scende sotto il 7% e, nelle previsioni del Governo, scenderà ulteriormente nei prossimi anni verso il 6%. Serve un cambiamento radicale perché in gioco c’è la salute di tutti. “Con questa legge – sintetizza la consigliera regionale –chiediamo di portare al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale per evitarne il collasso. È la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità che attesta che sotto la soglia del 6,5% è a rischio la salute pubblica di un Paese. Meno servizi pubblici e accessibili a tutti e più cure private a caro prezzo è quello che ci aspetta a causa delle scelte del Governo Meloni”.
“Sono sempre di più coloro che non possono permettersi farmaci e cure nonostante ne abbiano bisogno e questo è inaccettabile. La Regione Emilia-Romagna fa fronte comune insieme alle altre Regioni d’Italia – è significativo che il Piemonte, appena una settimana fa, abbia promosso e votato una legge fotocopia a quella che abbiamo presentato in Emilia-Romagna e che oggi finalmente approveremo per sottoporla alle Camere – e difende la salute delle persone. Senza discriminazioni di reddito, di residenza, ma solo in quanto cittadini e cittadine ai quali deve essere riconosciuto nei fatti il diritto alla salute e alla cura” conclude Rossi.