Ripascimento della costa. Occorre allearsi con Regioni limitrofe per abbattere i costi e valutare alternative per giacimenti zona sud.

Lavorare insieme alle Regioni adriatiche limitrofe, interessate da analoghe problematiche per abbattere i costi di noleggio e di acquisto delle attrezzature necessarie. E’ quanto chiedo in un’interrogazione presentata alla Giunta di Viale Aldo Moro. Inoltre sottolineo se esista in alternativa o altra modalità integrativa al ripascimento con sabbie sottomarine della parte meridionale del nostro litorale, priva della presenza di giacimenti al largo, concentrati invece nella zona nord della regione e dotata di disponibilità di risorsa proveniente da cave a terra e dalle foci di corsi d’acqua.

Infine nell’interrogazione auspico di aggiornare gli strumenti conoscitivi e programmatori a disposizione e di conoscere come venga condotta la manutenzione ordinaria delle aree litoranee, quali interventi siano stati fatti dal primo ripascimento del 2002 (le competenze in materia di difesa della costa furono trasferite dal Governo alle Regioni nel 2001) e quali siano in programma nel prossimo futuro.

Attualmente circa il 65% dei 130km che costituiscono la fascia costiera regionale è interessato da diverse condizioni di criticità, da medie ad elevate, dovute al fenomeno erosivo che trova le proprie cause in una serie di fattori concomitanti: la scarsità degli apporti di sabbia da parte dei fiumi, con l’unica eccezione del Po, la spiccata subsidenza e la presenza di moli e scogliere artificiali, che bloccano il trasporto della sabbia lungo la costa.

Da quando, a inizio anni 2000, è stata avviata una metodologia che prevede l’utilizzo di sabbie sottomarine, sono stati effettuati due interventi straordinari, nel 2002 e nel 2007. Un terzo intervento, concentrato su otto tratti di litorale che maggiormente hanno subito i danni delle più intense mareggiate che hanno flagellato la costa dal 2012 ad oggi, dovrà essere realizzato entro l’estate 2016, allo scopo di garantire la sicurezza e la fruibilità di queste zone per almeno 5 anni grazie all’apporto complessivo di 1,2 mln di MC di sabbia.

L’importo dell’intervento è di 20 milioni cifra su cui incidono pesantemente i costi di trasferimento delle attrezzature speciali (draghe, condotte, rimorchiatori) non disponibili sul territorio nazionale a cui si aggiungono gli elevati costi per le caratterizzazioni ambientali delle aree di prelievo in mare e di apporto a terra.
Da qui la mia richiesta di valutare una alleanza con le Regioni limitrofe.

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