Reddito di libertà per le donne vittime di violenza: la Regione Emilia-Romagna stanzia 1,3 milioni

Nadia Rossi: “Orgogliosa della nostra Regione che porta a 1,5 milioni di euro i fondi per aiutare le vittime di violenza. Proposta lanciata in campagna elettorale e ora misura concreta, dalle parole ai fatti”

La Consigliera regionale Pd Nadia Rossi è soddisfatta dell’annuncio fatto oggi in conferenza stampa dall’Assessora alle Pari opportunità Barbara Lori. “Per il reddito di libertà, una misura concreta per aiutare le donne vittime di violenza ad emanciparsi economicamente e ad allontanarsi dai propri aguzzini, la Regione Emilia-Romagna stanzia 1,3 milioni di euro. Risorse approvate nel bilancio regionale da aggiungere a quelle, scarne, stanziate dal Governo nazionale per l’Emilia-Romagna, pari a 200mila euro. In totale sono quindi 1,5 milioni i finanziamenti che daranno una risposta alle oltre 290 persone che, tramite l’Inps, nel primo trimestre del 2022 hanno chiesto un aiuto economico dopo essere entrate nel sistema di tutela dei centri antiviolenza”.

“La Regione Emilia-Romagna è quindi la prima a integrare con sostanza una misura che è nazionale. Avevo proposto di istituire il reddito di libertà a livello regionale già durante la campagna elettorale prima di essere rieletta in Consiglio. Una proposta che ho portato avanti con convinzione attraverso atti votati da tutta l’Assemblea legislativa. Un bel risultato, reso migliore dalle somme annunciate oggi. I fondi del governo, infatti, bastavano a dare risposta a sole 42 vittime rispetto alle 290 che hanno fatto richiesta di contributo. Con la partecipazione della Regione invece si copriranno tutte le richieste di aiuto”. Il reddito di libertà consiste in un importo mensile pari a 400 euro, che è affiancato ad altri fondi che la Regione destina parallelamente a misure specifiche per le vittime di violenza, come quelli sull’autonomia abitativa. Azioni che fanno parte del Piano regionale contro la violenza di genere, che punta sulla prevenzione e sulla protezione delle donne con attività in tutto il territorio emiliano-romagnolo.

“Pongo ancora l’attenzione su un aspetto irrisolto: è necessario affinché questa misura sia davvero utile, scorporare l’Isee della vittima da quella del marito o compagno violento. È intollerabile che ne risulti uno unico per le vittime e l’ex con cui risultano ancora formare nucleo anagrafico, anche se non sono più conviventi. So che la questione non attiene alla Regione, ma questo passaggio è fondamentale per consentire alle donne di accedere a punteggi e contributi che le aiuterebbero certamente a trovare una nuova autonomia fuori dalla relazione violenza. Allarghiamo e rafforziamo questa misura, non lasciamo sole le donne”.

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