Più inclusione, lingua dei segni e controlli precoci: dalla Regione aiuti concreti per le persone sorde.

In Emilia-Romagna sono circa 4mila. Screening su oltre il 90% dei neonati. Disabilità troppo spesso sottovalutata .
Superare le barriere che impediscono alle persone con disabilità uditiva, circa 4 mila in Emilia-Romagna, di vivere a pieno la loro quotidianità e di poter accedere a una vita di relazione: dal rapporto con le istituzioni pubbliche al mondo del lavoro, dal tempo libero ai rapporti affettivi. E’ l’obiettivo degli interventi messi in campo dalla Regione. Tra i progetti più significativi per l’integrazione e il favorire la comunicazione, particolarmente significativi sono quelli di promozione sociale a carattere sperimentale, realizzati in collaborazione con le maggiori associazioni di assistenza ai sordi operanti sul territorio regionale. Si tratta di tre iniziative finanziate nel 2017 con oltre 200 mila euro, e tutt’ora in corso, affidati all’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi (Ens) e al coordinamento Fiadda (Famiglie italiane associate per la difesa dei diritti degli audiolesi).
In particolare, il progetto realizzato con la sezione emiliano-romagnola dell’Ens prevede l’apertura di sportelli che svolgono attività di segretariato sociale per assistere e orientare le persone con disabilità uditive nell’accesso alla rete dei servizi a loro dedicati. Un secondo progetto prevede la fornitura di servizi di interpretariato nella lingua dei segni (Lis) tramite 33 interpreti scelti e messi a disposizione dall’Ens. Il terzo progetto sperimentale finanziato dalla Regione Emilia-Romagna riguarda la diffusione del servizio di sottotitolazione per non udenti dal titolo Abbattere le barriere della comunicazione  realizzato dall’Associazione genitori con figli audiolesi. Il progetto si rivolge in particolare a tutte le persone affette da sordità pre-verbali (congenite o insorte nei primissimi anni di vita) gravissime, che vivono in Emilia-Romagna e che sono riconosciute come “sordo” in base alla legge 381/70, ma può essere utile anche a quanti soffrono di sordità meno gravi e ai soggetti adulti con sordità ingravescente, che rischiano di rimanere progressivamente esclusi dalla vita sociale. La Regione Emilia-Romagna continuerà a lavorare per abbattere le barriere alla comunicazione per il riconoscimento della lingua dei segni, nonchè per la prevenzione, la cura della disabilità uditiva e la diffusione di ogni tecnologia che possa favorire un ambiente accessibile nelle famiglie, nella scuola, nella comunità e nella rete dei servizi.

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