Parità. I consiglieri Pd: Violenza di genere su disabili ancora più odiosa.
Chiediamo alla giunta di tradurre il “Secondo Manifesto sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità nell’Unione Europea”. Uno strumento per attivisti e politici.
Riconoscere un peso sempre crescente alle differenze di genere nella programmazione delle politiche sulla disabilità. A impegnare la Giunta in questo senso una risoluzione sottoscritta da me e altri 22 consiglieri regionali del Partito.
Partiamo dalla violenza sulle donne, quando a questa si aggiunge l’essere disabile, la violenza si alimenta di una doppia discriminazione, se possibile ancora più becera e odiosa. Per questo sottolineo come sia importante dare pieno sostegno all’iniziativa di tradurre in lingua italiana il Secondo Manifesto sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità nell’Unione Europea. Uno strumento per attivisti e politici, adottato a Budapest nel 2011. Un Manifesto che affronta, tra le altre, tematiche come l’uguaglianza e non la discriminazione, l’accessibilità, l’istruzione, la salute, i diritti sessuali e riproduttivi. La traduzione avrebbe come scopo quello di rendere edotti sull’esistenza e gli effetti delle cosiddette discriminazioni multiple e fornire ad attivisti e politici uno strumento di facile utilizzo e grande flessibilità.
Per tutto questo la nostra risoluzione impegna la giunta a riconoscere un peso sempre crescente alle differenze di genere nella programmazione delle proprie politiche sulla disabilità, anche avvalendosi degli spunti offerti dal Manifesto, a diffondere la conoscenza del Manifesto fra i cittadini e, soprattutto, fra le associazioni regionali operanti nel settore affinchè si diffonda l’ottica di genere nell’approccio alle problematiche legate alla disabilità e -infine- a proseguire nell’impegno a tutto tondo contro la violenza sulle donne, che merita di essere affrontata e debellata in ogni sua forma e circostanza, avendo con ciò riguardo ad un approccio che sappia tenere in debito conto anche l’eventuale condizione di disabilità della vittima.