Nota della consigliera Rossi dopo la telefonata tra il Sindaco di Pennabilli e i conduttori de La Zanzara
La telefonata tra il Sindaco di Pennabilli Mauro Giannini e i conduttori de La Zanzara Giuseppe Cruciani e David Parenzo ha avuto, come prevedibile data la natura volutamente provocatoria del programma e i noti precedenti, una deriva poco elegante. Quello che dispiace, però, è il carattere insultante verso la comunità LGBTIQ+, introdotta dalla solita frase “non sono omofobo ma”.
A questo Sindaco, come a tutti i suoi colleghi, vanno ricordati i dettami della nostra Costituzione. Ma non solo. Le comunità che si amministrano, in una piccola località di montagna, in una città o in una Regione, sono fatte di donne, uomini, persone che hanno tutti la stessa dignità. È bene quindi cercare di amministrare con una visione inclusiva, perseguendo il bene comune, che poi dovrebbe essere la missione di qualunque amministratore.
È quello che fa il collega di Giannini, Mario Conte, sindaco leghista di Treviso che trascrive i figli delle coppie gay all’anagrafe con una motivazione semplicissima: “Sono esigenze sacrosante. Non ci sono figli di serie A e serie B, qui si parla di persone e bisogna dare risposte a queste famiglie”. È quello che fa anche il Governatore del veneto Luca Zaia, pure lui leghista, che in queste settimane ha annunciato l’apertura a Padova del centro regionale per le transizioni di genere spiegando che “È una questione di civiltà e di assistenza sanitaria. Bisogna uscire, per chi ancora lo avesse, da quel tabù. Ormai il Veneto guarda alla modernità, all’inclusività, al rispetto umano”.
La politica dovrebbe occuparsi di immaginare il futuro, non di preservare il passato. La società sta sempre un passo avanti e sembra che una certa politica non abbia intenzione di raggiungerla. Sicuramente non intende farlo il Sindaco Giannini.