No alloggi pubblici a chi già possiede una casa all’estero, non solo in Italia.

Rivisti i criteri di accesso all’Erp: reddito, nucleo familiare, residenza in Emilia-Romagna da almeno 3 anni. Affermato principio di equità e giustizia sociale.

Niente casa pubblica a chi già ne possiede una all’estero, estendendo un requisito che fino ad oggi riguardava solo l’eventuale proprietà di immobili in Italia. E più chiarezza e trasparenza nei criteri per accedere e continuare a risiedere negli alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp), grazie alla unificazione e al riordino di tutti gli atti e di tutte le norme approvate negli anni dalla Regione Emilia-Romagna. È quanto previsto nell’Atto unico sul tema Edilizia pubblica approvato dalla Giunta regionale.

Tra le novità di maggior rilievo, l’obbligo da parte di chi fa richiesta di un alloggio Erp di non essere proprietario o usufruttuario di case in Italia o all’estero; prima del provvedimento, il vincolo riguardava appunto solo l’eventuale proprietà di immobili in Italia. Sarà compito dei Comuni verificare l’esistenza di questo requisito attraverso la dichiarazione Isee (che tiene conto del reddito, del patrimonio e delle caratteristiche del nucleo, per numerosità e tipologia) presentata al momento della domanda per ottenere l’alloggio Erp. Tutto questo per dare un contributo di chiarezza e trasparenza su un tema complesso e di grande delicatezza. Infine, abbiamo scelto di considerare come discriminante per l’accesso alla casa pubblica il non avere, da parte del richiedente, nessun’altra casa in proprietà. In Italia o all’estero.

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