Made in Italy, il Pd in Regione chiede attenzione al settore calzaturiero
Nadia Rossi (Pd): “Servono misure fiscali impattanti per mettere al riparo la tenuta di una eccellenza del Made in Italy come il Distretto romagnolo del calzaturiero”
Il calzaturiero, una eccellenza della Romagna con il suo distretto riconosciuto a livello internazionale, ha subito, come il resto del settore moda e del made in Italy, fortissime ripercussioni dalla crisi pandemica.
“Il crollo del commercio al dettaglio e dell’export si sono fatti sentire sulle decine e decine di aziende grandi e piccole che in Romagna sono attive nel settore, oltre che su quelle dell’indotto. Già in passato – ricorda la consigliera regionale riminese Nadia Rossi – ho sollevato il tema in Assemblea Legislativa, chiedendo specifici ristori per la moda. Oggi, con un documento depositato dal collega Massimo Bulbi, chiediamo strategie efficaci e interventi precisi, soprattutto in tema fiscale, per difendere il Distretto romagnolo. A livello nazionale, infatti, è stata attuata una strategia sfavorevole al nostro territorio, molto sbilanciata verso il sostegno ad aziende di altre zone. Serve invece affrontare la questione avendo presenti che alcune realtà che insistono su aree ristrette come appunto il distretto romagnolo calzaturiero, vanno sostenute con lo stesso impegno di altre considerata la loro posizione sul piano economico, industriale e occupazionale”.
“Anche per la Romagna, quindi, insistiamo per ottenere: l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali pari al 30%, incentivi fiscali anche sotto forma di credito di imposta nella misura del 30% del valore delle rimanenze in magazzino; abbattimento del cuneo fiscale, potenziamento del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo relativamente al design e all’ideazione estetica; sostegno diretto, tramite apertura di linee di finanziamento a fondo perduto per la realizzazione dei campionari e delle collezioni dei settori moda e accessorio; misure a sostegno della trasformazione digitale della filiera; misure per lo sviluppo di modelli imprenditoriali sostenibili; estensione temporale fino a 20 anni di tutti i piani di rientro sui prestiti bancari con garanzia pubblica attivati in seguito all’introduzione delle garanzie di stato sui finanziamenti alle imprese tramite SACE e fondi di garanzia alle PMI” conclude Rossi.