L’Emilia-Romagna vara una legge con misure a sostegno della popolazione ucraina
Nessun voto contrario al testo per aiutare i profughi accolti in Regione. Rossi “Eroghiamo servizi di accoglienza diffusa e guardiamo al futuro pensando alla ricostruzione dell’Ucraina”
Una legge regionale per gestire le prime misure di sostegno alla popolazione ucraina, ai profughi e agli sfollati che sono stati accolti sul territorio regionale. L’ha approvata senza nessun voto contrario la Regione Emilia-Romagna nella seduta di oggi, martedì 5 aprile, dell’Assemblea legislativa. “Da un lato la legge si occupa di interventi a carattere umanitario e di cooperazione con progetti delle Organizzazioni non Governative che operano nelle zone del conflitto, dall’altro dell’assistenza sociale e sanitaria compreso il supporto educativo e formativo dei minori sul nostro territorio. Pensiamo, infine, anche alla ricostruzione, auspicando una risoluzione di questo orribile conflitto in tempi stretti” riporta la consigliera regionale Pd Nadia Rossi.
“Finora, nel conto aperto dalla Protezione Civile regionale, sono già arrivati oltre 2 milioni di euro, a dimostrazione dello spirito solidale e generoso degli emiliano-romagnoli anche in momenti complessi come quelli attuali. Con la legge istituiamo formalmente un fondo con tutto ciò che deriva dalle pubbliche sottoscrizioni per l’emergenza Ucraina, mettendo in campo risposte concrete ed immediate per chi scappa dalla guerra attraverso servizi e strumenti di accoglienza diffusa, come in Emilia-Romagna sappiamo fare. Per camminare al fianco degli enti locali, delle tante associazioni di volontariato e dei semplici cittadini che spontaneamente si sono messi a servizio della rete di accoglienza, l’iter legislativo è stato rapido: avevamo urgenza di destinare fondi all’emergenza, ma siamo voluti andare anche oltre, guardando al domani. Il riferimento alla ricostruzione, infatti, viene anche rafforzato da un ordine del giorno che ho sottoscritto. Chiediamo di impiegare una parte del ricavato della raccolta fondi per progetti di ricostruzione, in particolare di spazi pubblici di valore sociale, sanitario e culturale, da realizzare in Ucraina non appena la guerra sarà cessata, anche attraverso forme di interlocuzione e ascolto per rilevare i bisogni e le priorità della popolazione per un ritorno a condizioni di vita il più possibile normali. Quello che serve per sostenere e dare speranza ai tanti rifugiati che non vedono l’ora di tornare nelle proprie case, alle proprie vite, provando a lasciarsi l’orrore della guerra alle spalle”.