La memoria del Novecento

Con il sì di Pd e Sel e l’astensione di Ln, M5s, Fi e Fdi-An, l’Assemblea legislativa regionale ha approvato il progetto di legge d’iniziativa della Giunta Memoria del Novecento – Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna.

Con questa legge, la Regione Emilia-Romagna riconosce la memoria e il ricordo degli eventi che hanno segnato la storia nel corso del Novecento quale elemento di rilevante valore sociale, educativo e formativo della comunità regionale, per la creazione di una memoria collettiva e di un’identità comune.

Chiariti i riferimenti ai principi costituzionali e ai valori fondativi dell’Unione europea, vengono definite le fondamenta della legge: Memoria, storia e luoghi della memori. In particolare, per Memoria si intende il processo di elaborazione socio-culturale che consente il recepimento e la rievocazione degli avvenimenti del passato, attraverso operazioni di raccolta e conservazione del patrimonio, attività divulgative e didattico-formative, iniziative culturali mirate a mantenere viva la conoscenza di fatti accaduti nel territorio regionale e degli uomini e delle donne emiliano-romagnoli rilevanti per la storia del Novecento, con particolare riferimento al primo e al secondo conflitto mondiale, alle grandi trasformazioni sociali, all’emigrazione emiliano-romagnola nel mondo, al colonialismo, all’avvento e alla caduta della dittatura fascista, all’antifascismo, alla deportazione e allo sterminio nei campi di concentramento nazisti e fascisti, alla resistenza e alla liberazione, all’esodo giuliano-dalmata-istriano, alla violenza che ha accompagnato alcuni passaggi politici cruciali del secolo scorso, alla ricostruzione post-bellica e alla nascita della Repubblica, alla discussione e all’approvazione della Costituzione, ai totalitarismi, agli eccidi di tutte le matrici politiche, al terrorismo e alle stragi.

Inoltre, si dà particolare risalto alla valorizzazione dei percorsi regionali legati ai luoghi della memoria, finalizzati anche alla promozione del patrimonio culturale del territorio regionale, oltre al sostegno alla realizzazione di strumenti informatici dedicati alla memoria del Novecento. E ancora, la conservazione, il restauro, la valorizzazione di materiali e documenti e di quei luoghi della memoria che si qualificano per la presenza di un patrimonio archivistico, librario o museale, accessibile al pubblico, nel quale si svolga un’attività continuativa di ricerca e di divulgazione e la realizzazione di azioni culturali. Altrettanto importante saranno il censimento e la mappatura, a cura dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, dei luoghi della memoria. E grande attenzione è posta su ciò che le donne hanno compiuto e rappresentato nella storia del Novecento.

Inoltre, con la nuova legge vengono riconosciuti il ruolo e l’attività svolta dagli Istituti storici presenti sul territorio regionale associati o collegati alla rete dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli) e assegna all’Istituto per la storia e le memorie del Novecento Parri Emilia-Romagna il ruolo di coordinamento. Viene affermato il lavoro svolto dalle istituzioni culturali che a vario titolo gestiscono i luoghi della memoria. Si attesta inoltre l’impegno portato avanti dalle associazioni partigiane e dalle associazioni combattentistiche e reducistiche.

La Regione partecipa poi all’organizzazione di cerimonie e di iniziative di ricordo, promuove e sostiene le attività di diffusione e conoscenza degli avvenimenti connessi a tutte le festività di commemorazione, iniziative di studio e percorsi didattici nelle scuole, oltre agli itinerari storico-didattici.

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