Il Consiglio regionale dà il via libera al secondo piano regionale contro la violenza di genere
Nadia Rossi (Pd): “Vi trova spazio anche l’introduzione del reddito di solidarietà, una mia proposta per l’emancipazione delle donne vittime di violenza”
Via libera nel pomeriggio di oggi, martedì 13 ottobre, al secondo Piano regionale contro la violenza di genere previsto dalla Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni. “Un voto che arriva nel giorno in cui la Camera ha approvato all’unanimità il testo unico che raccoglie le proposte di legge in materia di parità salariale tra uomo e donna” segnala Nadia Rossi.
La Consigliera regionale Pd riminese è intervenuta in aula per richiamare come “Il piano sia frutto di esperienze importanti e del contributo di tanti soggetti coinvolti nella fitta rete regionale contro la violenza e le discriminazioni di genere. Sono particolarmente soddisfatta perché all’interno vi trova spazio una proposta che avevo avanzato già durante la campagna elettorale per le regionali ed esplicitata in una risoluzione approvata dall’Assemblea Legislativa lo scorso aprile”.
“L’idea – spiega Nadia Rossi – è quella di un reddito di libertà per le donne che escono da una relazione violenta, che garantisca loro un percorso di reinserimento lavorativo e misure specifiche come punteggi migliorativi nelle graduatorie pubbliche per chi dopo aver subito violenza ha necessità di costruirsi una nuova identità, un percorso lavorativo ma anche una soluzione abitativa e di conciliazione dei tempi lavoro-famiglia. A chi vuole uscire definitivamente da una situazione di discriminazione e pericolo dobbiamo dare una prospettiva di emancipazione e libertà. Altrimenti il rischio è quello di tornare poi indietro. – continua Rossi, che conclude – Con l’approvazione del Piano regionale contro la violenza di genere, su cui sono stati investiti altri 4,7 milioni di euro da parte della Regione, abbiamo chiarito che la volontà è quella di rafforzare la prevenzione, la rete di tutela, la collaborazione tra diversi livelli istituzionali e i servizi sanitari e sociali. È quella di rinnovare e sviluppare nuovi strumenti tutela e sostegno al genere femminile e dire che il nostro Paese è ancora troppo lontano dalla parità sociale, salariale, di opportunità, di diritti. Ma che come Regione Emilia-Romagna non facciamo nemmeno un passo indietro su questo tema cruciale: solo avanti”.