Giovani e lavoro. Con l’apprendistato regionale, in Emilia-Romagna gli under 18 possono impegnarsi in una occupazione stagionale

Nadia Rossi (Pd): “Gli studenti possono muovere i primi passi nel mondo del lavoro in sicurezza e con ogni tutela, senza rinunciare alla formazione”

Da quest’anno i giovanissimi avranno nuove opportunità di lavoro e formazione durante la stagione balneare. “Già dal 2016 attraverso un emendamento a mia firma alla Legge comunitaria, gli studenti dai 16 anni possono accedere all’apprendistato stagionale, che fino allo scorso anno prevedeva 12 ore di formazione per ogni mese di lavoro.  Con le nuove regole potranno farlo in maniera più snella – dichiara la consigliera regionale PD riminese Nadia Rossi che spiega – Per svolgere un’attività stagionale i giovani tra i tra i 16 e i 25 anni che sono iscritti ad un percorso di Istruzione o di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) devono seguire diverse  ore di formazione, da svolgere durante il periodo dell’apprendistato. Le nuove regole rimodulano le ore previste fissando a 12 ore di formazione per contratti di durata fino a 30 giorni, oppure di 16 ore complessive per contratti dalla durata superiore. Una scelta di buon senso, che va incontro alle richieste dei ragazzi, e che allo stesso tempo conferma l’alta attenzione sul fronte della sicurezza sul lavoro e della formazione dei minori che muovono i primi passi nel mondo del lavoro durante le vacanze estive. Un’esperienza decisiva nel loro percorso di crescita che in Romagna, ma non solo, è fortemente connesso all’accoglienza turistica. Sono gli studenti stessi e le loro famiglie a spingere in questa direzione, chiedendo giustamente che ciò avvenga nella piena legalità, sicurezza e tutela dei ragazzi e delle ragazze” prosegue la consigliera dem.

“E’ quindi un accompagnamento verso il mondo del lavoro, verso le sue regole ed equilibri, che proprio attraverso la formazione finanziata dalla Regione garantisce più sicurezza e tutele per tutti – conclude la consigliera Rossi – L’apprendistato regionale non può essere considerata la soluzione emergenziale alla carenza di lavoratori stagionali, ma un’opportunità importante per consentire ai giovani di superare le difficoltà ad intraprendere percorsi lavorativi dopo o durante gli studi e allo stesso tempo uno strumento da usare in prospettiva, per formare nuove generazioni di operatori nell’accoglienza turistica”.

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