Donne. Condanna delle violenze di Colonia, approvata in commissione parità risoluzione M5S-PD: no status rifugiato a chi nega parità di genere.
Respinta una seconda risoluzione sullo stessa tema del Gruppo Ln: “Dalla maggioranza due pesi e due misure su pari opportunità tra italiani e stranieri”. Pd: “No a strumentalizzazioni politiche“
La commissione Parità e diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori, condanna gli atti di violenza che la notte del 31 dicembre scorso hanno dovuto subire molte donne nella città di Colonia, in Germania, ma restano le divisioni fra i Gruppi consiliari. All’esame della commissione, oggi, due risoluzioni sul tema: la prima, sottoscritta da tre consiglieri del Gruppo M5s e sei del Gruppo Pd, con prima firmataria Giulia Gibertoni, A? stata approvata con il voto favorevole di Pd e M5s e l’astensione di Ln e Fdi-An, mentre la seconda, presentata da Gabriele Delmonte, Daniele Marchetti e Andrea Liverani del gruppo Ln, è stata respinta col voto contrario del Pd, mentre il M5s ha scelto di astenersi e Ln e Fdi-An hanno votato sì.
Un silenzio da parte nostra sarebbe irresponsabile, l’Europa è un sistema di valori e lavori e non possiamo minimizzare davanti a chi ha organizzato e partecipato ad azioni che negano la dignità delle donne e quindi i principi fondativi della Ue – spiega Giulia Gibertoni (M5s) nella presentazione dell’atto – , in particolare impegniamo la Giunta ad attivarsi con il Governo e anche in fase di Consiglio europeo delle Regioni per la possibilità di negare lo status di rifugiati ed espellere chi nega la parità di genere. Non si può sperare che navigando a vista il tempo aggiusti tutto.
Per Gabriele Delmonte (Ln), la maggioranza interviene dopo 10 giorni di scandaloso silenzio, e probabilmente senza di noi forse nemmeno avrebbe affrontato il problema, è uno scandalo: immagino sia colpa del conflitto tra la difesa della donna e la tutela dell’immagine degli stranieri, sono evidenti i due pesi e le due misure tra le pari opportunità degli italiani e degli immigrati. Appendere due manifesti come si propone vuol dire svilire il problema: se il nostro atto sarà bocciato, significa che il Pd vota con la misoginia.
Nadia Rossi (Pd) prima ha voluto ricordare che è assolutamente importante affrontare il tema in questa commissione, ma ciò non significa certo che il Pd non abbia preso posizione in maniera molto netta sul tema a ogni livello politico, poi ha ribadito che la nostra forza politica a differenza di altri non ha mai fatto differenze sulle nazionalità di chi commette violenza, questa si chiama coerenza ed è uno dei nostri valori. Per Francesca Marchetti (Pd) è giusto stigmatizzare gli aggressori, ma non saremo mai concordi su alcun tentativo di strumentalizzazione sulla nazionalità di chi commette violenza. Anche secondo Valentina Ravaioli (Pd) è inaccettabile demarcare una differenza sulle violenze alle donne a seconda di chi la compie, la battaglia per la parità va portata avanti in maniera condivisa e senza strumentalizzazioni. Per Silvia Prodi (Pd) è importante un confronto aperto che porti soluzioni collettive di contrasto, bisogna essere molto cauti su un tema del genere con le donne musulmane, il nostro scopo deve essere fornire strumenti di emancipazione che siano praticabili.
Per Daniele Marchetti (Ln) siamo davanti ad un’altra risoluzione che mostra la natura di una maggioranza che guarda sempre quello che accade fuori ma mai in casa nostra, chiede di garantire i diritti delle donne islamiche nei loro Paesi ma poi non fa nulla davanti alle donne costrette a portare il velo integrale sulle nostre strade.
Secondo Tommaso Foti (Fdi-An) questa è una vicenda con una regia, e quindi la finalità politica è ben chiara, uno sfregio alla popolazione europea. La risoluzione sottoscritta anche dalla maggioranza chiede di rigettare la richiesta dello status di profugo per chi commette violenze sessiste, in pratica si richiede l’accettazione del vivere civile.
La presidente di commissione, Roberta Mori, dopo aver chiarito che la Commissione su un tema così importante ha preferito una riflessione approfondita che dichiarazioni a caldo, e sottolineato il fatto che ci sono state anche molte mistificazioni sull’accaduto, ha ribadito che serve una reazione di rigore dopo un evento così spartiacque, il fatto che siano stati coinvolti massicciamente degli stranieri deve portarci a un maggiore impegno per una convivenza civile.
Anche l’assessore regionale alle Pari opportunità, Emma Petitti, ha invitato a evitare strumentalizzazioni di tipo politico, siamo tutti d’accordo nel condannare questi atti quale che sia la provenienza di chi li ha commessia.