Dall’Emilia-Romagna la proposta di legge di iniziativa regionale per difendere la sanità pubblica
Nadia Rossi (Pd): “La spesa sanitaria nazionale continua a calare. A rischio la salute e le aspettative di vita dei cittadini. E al Governo Meloni dico: se i fondi non ci sono, che li reperisca ad esempio dall’evasione fiscale, invece che fare condoni.”
Da qui ai prossimi tre anni, il Governo propone di far scendere la spesa sanitaria a poco più del 6% del Pil. L’Organizzazione Mondiale della sanità dichiara che a quei livelli non solo si compromette la qualità dei servizi erogati, ma addirittura si incide negativamente sulla salute pubblica e sull’aspettativa di vita delle persone. L’Emilia-Romagna che da sempre si piazza ai vertici italiani per quantità e qualità dei servizi sanitari erogati, ma non nascondiamo che il post-pandemia stia mettendo a durissima prova la tenuta del nostro sistema regionale. L’accesso ai servizi sanitari sta diventando sempre più complicato. Diversi fattori stanno influendo, rendendo le attese più lunghe, i servizi più rarefatti e i professionisti della sanità sempre meno gratificati dal loro prezioso lavoro. E in questi anni stiamo lavorando per riformare la rete hub&spoke, per rafforzare il personale con nuove assunzioni (17.200 nuove assunzioni o stabilizzazioni da inizio pandemia, a fronte però di 12.000 pensionamenti soprattutto tra il personale medico a cui da anni chiediamo di rispondere abolendo il numero chiuso a medicina), riformare la rete dell’emergenza-urgenza. Misure che si accompagnano tuttavia e sempre crescenti difficoltà. I ritardi accumulati durante il covid non sono ancora assorbiti e ciononostante continuiamo ad essere la regione che cura più pazienti provenienti da fuori, garantendo il diritto alla salute sancito dalla Costituzione.
Siamo tutti consapevoli, tuttavia, che il sistema sanitario nazionale sia in bilico e sia sempre più fragile. Lo ha dichiarato anche il Ministro Schillaci: servirebbero 4 miliardi in più da destinare alla salute. Per questo, proprio dall’Emilia-Romagna, abbiamo avviato l’iter per una proposta di legge alle Camere del Parlamento per garantire piena sostenibilità al sistema. Dopo anni passati a richiamare i governi all’impegno a non sottofinanziare la sanità, considerato che i conti di quasi tutte le Regioni dimostrano che questo non è avvenuto, ma anzi, si prospettano ulteriori tagli, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di agire con un’iniziativa forte e concreta, quella di una proposta di legge che è sintesi delle richieste avanzate al Governo da tante Regioni, indipendentemente dal colore politico.
Sono tre i punti centrali su cui ruota l’impianto normativo proposto: garantire il 7,5% del Pil per la spesa sanitaria, superare I vincoli esistenti per le Regioni per la spesa investita sul personale e per il trattamento accessorio, infine trovare una copertura finanziaria per la proposta di legge che comporti una progressione annua di spesa aggiuntiva da 4 miliardi a 20 miliardi in un quinquennio.
Sono richieste in linea con altri paesi europei come Francia e Germania che investono di più sulla sanità a servizio dei loro cittadini e che consentirebbero di rendere il nostro servizio sanitario resiliente ad eventuali shock futuri e più in generale al fabbisogno sanitario della popolazione.
Il Consiglio Comunale di Rimini domani concentrerà il dibattito proprio sul tema della sanità ed emergeranno le specificità della nostra realtà. Ma il tema è nazionale. È il sistema nazionale della sanità pubblica a rischiare il collasso. Qualsiasi polemica o strumentalizzazione di numeri di bilancio che ho letto sta a zero, davanti ad una presa di posizione chiara che l’Emilia-Romagna ha espresso con questa legge che è condivisa dalle Regioni. Facciamo atti, non chiacchiere: vogliamo che la sanità torni al centro delle priorità dell’agenda politica e del dibattito pubblico. Un suggerimento al Governo Meloni: se i fondi non ci sono, che li reperisca ad esempio dall’evasione fiscale, invece che fare condoni.