Concessioni balneari. Verso il rinnovo per 15 anni. Bene la proroga, ma perché non una legge organica che affronti una volta per tutte anche gli altri problemi degli operatori balneari?.
La Regione mette sul piatto un bando da 25 milioni di euro per sostenere gli investimenti degli operatori della filiera turistica. Dobbiamo chiedere con forza al Governo una legge quadro complessiva, altrimenti a cercare sempre scorciatoie si corre il rischio che l’Italia incorra in procedure di infrazione europea.
Bene l’intesa sulla proroga per 15 anni delle concessioni balneari, ma perché il Governo non l’ha inserita in una legge specifica, per affrontare e risolvere una volta per tutte anche le altre questioni che riguardano queste imprese? Il problema va preso di petto, nella sua globalità, e ciascuno deve fare la propria parte. Noi, come Regione, apriremo un bando da 25 milioni di euro per sostenere gli investimenti degli operatori della filiera turistica.
L’intesa raggiunta in Senato consente, sostanzialmente, di congelare gli effetti della direttiva europea conosciuta come Bolkestein, che prevede la messa a gara delle concessioni, infatti Il provvedimento che dovrebbe essere approvato permetterà, di prorogare per 15 anni le concessioni attuali.
E’ un classico: si tampona l’emergenza senza però aggredire il problema in modo strutturale. E’ da quattro anni che sosteniamo la necessità di approvare una riforma organica del settore. Che parte, naturalmente, dalla proroga o da un periodo transitorio di lunga durata. Ma non voler affrontare il tema con una legge quadro, ma solo con un emendamento generalizzato, vuol dire non affrontare altre questioni fondamentali per la categoria.
Non si può non affrontare il tema, ad esempio, del nuovo calcolo per determinare i canoni, oppure non occuparsi del riconoscimento del valore economico dell’impresa balneare. Oppure, ancora, non affrontare il tema dell’abbattimento degli assurdi e spropositati canoni pagati dai pertinenziali, che bisogna concordare con l’Europa.
Stiamo attenti perché ricorrere a pericolose scorciatoie senza affrontare l’insieme dei problemi nel modo corretto si corre il rischio di portare il nostro Paese a subire una pericolosa procedura di infrazione da parte della Ue, che implicherebbe una salatissima sanzione economica. Che pagherebbero ancora una volta i cittadini italiani.
Noi, come Regione stiamo facendo la nostra parte e siamo pronti a sostenere gli investimenti degli operatori balneari nell’ambito del prossimo bando per le imprese della filiera turistica, che è finanziato con 25 milioni di euro. Ma bisogna che il Governo, dopo l’approvazione dell’emendamento di proroga, si metta in testa di approvare rapidamente la legge quadro di riordino del settore, così come hanno fatto da tempo diversi Paesi europei, per dare finalmente certezza definitiva ad un settore fondamentale per l’economia turistica nazionale.