Concessioni balneari, dopo la decisione del Consiglio di Stato pronta una risoluzione Pd in Regione
I consiglieri dem Rossi, Bulbi e Fabbri: “Urgente una legge nazionale di riordino della materia con un ruolo centrale delle Regioni”
Il Consiglio di Stato ha ritenuto illegittima la legge del 2018 che prorogava le concessioni balneari fino alla fine del 2033 e stabilito che le concessioni in essere sono valide solo fino alla fine del 2023. Decisione che è stata un duro colpo per molti imprenditori e che vede la costa romagnola particolarmente coinvolta, con i chilometri di stabilimenti e attività turistiche della Riviera.
“È urgente che il Governo affronti in modo definitivo la materia, attraverso una legge di riordino delle concessioni demaniali con finalità turistico ricreative, che dovrà essere concordata con l’Unione europea per evitare di incorrere in procedure di infrazione che continuerebbero a mettere a rischio un comparto fondamentale per l’economia turistica, nazionale e regionale, e che definisca i criteri per la messa a bando degli stabilimenti balneari” si legge nella risoluzione proposta dal gruppo Pd. “È fondamentale venga riconosciuta alle Regioni la possibilità, nell’ambito dei limiti minimi e massimi di durata delle concessioni che verranno stabiliti dalla legislazione nazionale, di modulare la durata delle stesse in modo da assicurare un uso rispondente all’interesse pubblico e alle peculiarità territoriali, ma anche proporzionato all’entità degli investimenti, anche al fine di favorire le innovazioni, peraltro richieste dalla transizione ecologica” si prosegue.
Da qui l’impegnativa rivolta alla Giunta perché si “solleciti l’adozione di una legge nazionale contenente la revisione e il riordino definitivo della disciplina delle concessioni demaniali marittime e delle modalità di affidamento che, nel rispetto dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento, di garanzia dell’esercizio, dello sviluppo e della valorizzazione delle attività imprenditoriali, contenga criteri che, nel rispetto della par condicio, consentano anche di valorizzare l’esperienza professionale e il know-how acquisito da chi ha già svolto attività di gestione di beni analoghi, anche tenendo conto della capacità di interazione del progetto con il complessivo sistema turistico-ricettivo del territorio locale, nonché di tutelare e riconoscere il lavoro, la professionalità e gli investimenti fatti dagli imprenditori balneari e più in generale il valore aziendale delle imprese esistenti, coinvolgendo le Regioni nel percorso di definizione dei requisiti per l’assegnazione delle concessioni balneari turistico ricreative”.
L’auspicio è che la legge nazionale attribuisca alle Regioni la competenza a prevedere i criteri ed i requisiti dell’accesso ai bandi di gara, per tutelare le peculiarità di ogni territorio e contribuire alla promozione del settore turistico. “Una proposta è poi quella di creare una cabina di regia regionale con gli Enti locali interessati, Anci Emilia-Romagna e tutti gli stakeholders, secondo il metodo partecipativo del Patto per il Lavoro e per il Clima, per definire una linea di lavoro unitaria e una analoga cabina di regia nazionale. Positive in questo senso le dichiarazioni del Ministro al Turismo Garavaglia che si è impegnato davanti agli Assessori regionali in Conferenza delle Regioni a presentare un testo in armonia con la legislazione europea che contenga criteri tutelanti per gli investimenti fatti” concludono i consiglieri.