Approvato il Piano regionale antiviolenza: più prevenzione e protezione per le donne.
Rafforziamo la rete della prevenzione, e sosteniamo le politiche contro le discriminazioni.
L’Assemblea Legislativa ha approvato il primo piano regionale antiviolenza, figlio della legge regionale quadro n. 6/2014 sulla Parità, la prima del suo genere nel panorama nazionale.
Il piano è stato costruito dall’assessorato regionale alle pari opportunità guidato da Emma Petitti, che ha svolto un importante lavoro di approfondimento e raccordo con la Commissione regionale Parità, gli Enti locali, le associazioni, i Centri antiviolenza e i soggetti socio-sanitari che in tutto il territorio regionale si occupano del tema.
Con questo strumento di programmazione e coordinamento, ci diamo l’obiettivo di rafforzare la rete di prevenzione, protezione e sostegno alle donne vittime di violenza attraverso azioni condivise. Il piano prevede di sviluppare la rete di protezione esistente, istituire un Osservatorio regionale sulla violenza di genere per monitorare i dati e omogeneizzare i servizi, sostenere progetti permanenti di formazione e sensibilizzazione rivolti soprattutto a studenti e operatori, costruire percorsi che favoriscano l’autonomia lavorativa ed economica delle vittime; promuovere l’integrazione tra centri antiviolenza, case-rifugio e servizi pubblici; sostegno infine anche ai progetti per gli uomini autori di violenza.
Sono i numeri a dire perchè le azioni per contrastare la violenza di genere servono e non sono mai abbastanza: in Emilia-Romagna nel 2015 sono state 3353 le donne, a netta maggioranza italiane, che si sono rivolte ai centri antiviolenza chiedendo protezione e assistenza per sè e per i propri bambini. Più della metà dei figli delle donne accolte, infatti, assiste o subisce direttamente atti di violenza e i numeri sono in crescita rispetto al passato, segno questo che le vittime della violenza di genere sono sempre più spesso anche i piccoli che dovranno fare i conti con questi traumi nel loro percorso di crescita. A Rimini nel 2015 sono state 175 le donne accolte da “Rompi il silenzio”; di queste, 133 si sono rivolte all’associazione per un primo contatto, mentre le altre avevano già iniziato un percorso negli anni precedenti.
Per ridurre il drammatico fenomeno della violenza fisica e psicologica perpetrata alle donne rimane molto da fare. Il ruolo della donna, citando un recente intervento del Presidente Mattarella, è importante per lo sviluppo economico, la promozione dei diritti, la coesione sociale e la risoluzione dei conflitti per costruire società più pacifiche e sicure. Insieme alla prevenzione e al contrasto alla violenza di genere, quindi non possiamo, nè vogliamo dimenticarci in ogni ambito dell’agire pubblico e politico delle politiche a sostegno della parità e per l’eliminazione delle discriminazioni.