Agricoltura sociale, contributi regionali per 1,4 milioni di euro.
Coltivare frutta e ortaggi, coltivando allo stesso tempo le nuove generazioni e la solidarietà. Un bando della Regione Emilia-Romagna mette a disposizione degli agricoltori 1,4 milioni di euro per aprire un agri-nido o un agri-asilo, avviare progetti-pilota di contrasto alle nuove povertà (disoccupati o esodati), accogliere nuclei famigliari in difficoltà con bimbi piccoli o anziani non del tutto autosufficienti, avviare tirocini formativi per l’integrazione di persone svantaggiate.
I fondi potranno essere usati per la costruzione, ristrutturazione o l’ampliamento di immobili o locali da destinare a queste attività, in convenzione con i Comuni o altri enti pubblici (Asp, Ausl, ecc.) che si occupano di servizi alla collettività.
Si tratta del secondo bando di questo tipo nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 e le domande possono essere presentate fino al 30 settembre prossimo.
Che l’agricoltura rappresenti da sempre un presidio insostituibile sul territorio, dal punto di vista economico e ambientale, è un fatto acclarato e questo bando ne riconosce un ulteriore aspetto: la valenza sociale. Con l’aiuto regionale le imprese agricole potranno coltivare solidarietà e coesione.
Possono partecipare al bando le imprese iscritte all’Anagrafe regionale delle aziende agricole e all’apposita sezione del registro delle Camere di commercio che hanno stipulato una convenzione pluriennale con un ente pubblico per gestire un servizio di carattere socioassistenziale rivolto alla popolazione. La convenzione deve avere una durata minima di sette anni o, se inferiore, prevedere il tacito rinnovo.
Il sostegno finanziario della Regione sarà erogato sotto forma di contributo in conto capitale, per coprire il 60 per cento delle spese di investimento, entro il tetto di 200mila euro in un triennio di aiuti in regime de minimis fissato dalle regole europee.
Le spese ammissibili riguardano interventi di costruzione, ristrutturazione e/o ampliamento di locali da destinare alle attività sociali ed assistenziali, nonché l’acquisto delle necessarie attrezzature. Ammesse, parzialmente, anche le spese di elaborazione del progetto socioassistenziale, nel limite del 5 per cento dell’investimento, e quelle generali e tecniche, fino ad un massimo del 10 per cento del costo totale.
Per la formazione della graduatoria saranno adottate alcune priorità, con l’attribuzione di punteggi differenziati ai progetti contro le nuove povertà (come l’aiuto a disoccupati ed esodati), agli investimenti per la nascita di agri-asili e agri-nidi, o dare ospitalità per famiglie in difficoltà con bambini piccoli. Punteggi aggiuntivi anche a favore delle imprese a conduzione femminile.