Agricoltura. Con una risoluzione chiedo di mantenere aggiornato ed ampliare il repertorio regionale su frutti antichi e dimenticati e censire territorio per risorse a rischio estinzione.
Ho presentato una risoluzione all’Assemblea legislativa, sottoscritta da altri 21 consiglieri, con cui chiedo di supportare l’attività odierna degli anziani agricoltori che portano avanti questa produzione di nicchia e di pensare alla trasmissione delle conoscenze e delle competenze ai giovani agricoltori.
La Regione Emilia-Romagna dovrebbe impegnarsi per mantenere aggiornato ed ampliare il Repertorio regionale delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario, nonchè a mettere in opera un registro delle risorse a rischio di estinzione attraverso censimenti sul territorio, perchè il patrimonio antico, di notevole valore, dei cosiddetti frutti antichi e dimenticati e di quell’insieme di saperi e di valori che stavano dietro la loro coltivazione ed il loro utilizzo tuttavia è spesso trascurato, forse anche perchè poco conosciuto.
Nella risoluzione rimarco come sia necessario far conoscere e raccontare i frutti dimenticati dando una prospettiva concreta alle piccole aziende agricole tradizionali che li coltivano, supportare l’attività odierna degli anziani agricoltori che portano avanti questa produzione di nicchia e pensare alla trasmissione delle conoscenze e delle competenze ai giovani agricoltori, perchè in futuro questa ricchezza non vada perduta e con essa la memoria, cioè quel capitale di esperienze, di manualità, di tradizioni alimentari risultato di secoli di lavoro.
Per questi motivi, chiedo all’esecutivo regionale di adoperarsi in tutte le sedi opportune per favorire la conservazione e la trasmissione dei genotipi ancestrali di cui la nostra regione è ricca e del patrimonio culturale e colturale ad essi legato, attuare progetti di sviluppo e specifiche iniziative di formazione e di informazione a salvaguardia della biodiversità d’interesse agrario strettamente legati ai territori e tenere in considerazione l’importanza delle collezioni ex situ di piante da frutto e delle banche dei semi per conservare la biodiversità agraria che si sta sempre più assottigliando.
Con frutti antichi e dimenticati si intendono tutti quei prodotti che un tempo erano raccolti e coltivati per le loro particolari caratteristiche e proprietà alimentari oppure medicamentose e che spaziano dal cereale antico, alle ortive, dalle piante spontanee al frutto vero e proprio: piante, specificano, generalmente poco produttive, poco conservabili, a maturazione e raccolta scalare e dunque poco appetibili alle esigenze dei mercati agroalimentari del nostro tempo. Tuttavia esse presentano valori intrinseci che vanno ben oltre il loro reimpiego tal quale, come ad esempio i loro geni, che le rendono piante più resistenti alle malattie e più adattabili alle diverse situazioni ambientali: di conseguenza perdere l’abitudine a coltivarle e a propagarle significa perdere valori colturali e culturali importanti.
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