Suicidio assistito, Nadia Rossi (Pd): “In Emilia-Romagna diritto garantito in linea con la sentenza della Corte Costituzionale, per la legge necessaria istruttoria e confronto nelle sedi competenti”
La proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita e il suicidio medicalmente assistito proseguirà il suo iter in Commissione IV, alla quale è già assegnata. “Quello di oggi – commenta la consigliera regionale dem Nadia Rossi – è stato un adempimento tecnico previsto dallo Statuto regionale, già occorso in questa legislatura per altri progetti di legge di iniziativa popolare. Il testo dell’Associazione Coscioni, che ho sottoscritto, segue il consueto percorso previsto per le leggi di iniziativa popolare. Nessuno scandalo, quindi. Adesso è il momento di fare un’istruttoria seria e approfondita, cercando necessari punti di convergenza come abbiamo già dimostrato di saper fare in altre situazioni, garantendo che il testo percorra la sua strada nelle sedi dovute”.
“Con un punto di partenza fondamentale che voglio ricordare, in quanto personalmente favorevole ad una legislazione sul fine vita: in Emilia-Romagna l’accesso al suicidio assistito, il cui diritto è riconosciuto dalla Corte Costituzionale, è già garantito. Lo è attraverso una delibera che stabilisce tempi certi entro cui valutare le richieste di accesso a questo diritto. L’Emilia-Romagna è la prima regione italiana a farlo e lo dico a chi sostiene che lo strumento amministrativo abbia meno valore di una legge regionale: con la volontà politica si può modificare una delibera di Giunta così come una legge. L’importante per me è che il diritto sia garantito, e oggi in questo territorio lo è. Lo sappiamo, i diritti vanno nutriti e salvaguardati ogni giorno: con il mio lavoro e sicuramente con quello di realtà come l’Associazione Coscioni continueremo a farlo, perché la sede giusta per normare il fine vita, come richiesto dalla Corte Costituzionale, è il Parlamento. Serve una legge nazionale che non crei nessuna disparità tra territori e persone. Concludo con una nota personale. Sul fine vita non c’è linea di partito ma si agisce secondo coscienza, quindi ognuno come crede. Io credo sia giusto normarlo, soprattutto perché garantire questo diritto non obbliga nessuno ad avvalersene. Questo è il punto, e mi sembra che da questo punto di vista il Paese sia più avanti della politica. Voglio rassicurare chi dice che la legge verrà affossata in Commissione: mi impegnerò affinché non sia così”.