Voto fuori sede, dall’Emilia-Romagna la richiesta di approvare la legge nazionale
Via libera all’unanimità dei presenti in Commissione alla risoluzione della consigliera dem Nadia Rossi
“Il Parlamento approvi la legge per il voto fuori sede o per le elezioni europee e amministrative di giugno non tutti potranno esercitare il loro diritto di voto”. È quanto chiede la consigliera regionale Pd Nadia Rossi con una risoluzione discussa e approvata all’unanimità dei presenti in Commissione Bilancio, Affari generali e Istituzionali della Regione Emilia-Romagna. Assente il gruppo di Fratelli d’Italia, che non ha partecipato né alla discussione né al voto.
“La situazione anche grazie alla spinta dai territori sta iniziando a muoversi – commenta Rossi – ma non saremo soddisfatti fino a quando – entro la fine di febbraio – il Senato non procederà all’approvazione del testo che delega il Governo sul tema”. Le notizie più recenti da parte del Comitato “Iovotofuorisede” dicono che si è attivato l’iter nella preposta Commissione parlamentare, “nel frattempo però alla Camera il Ministro dell’Interno Piantedosi ha dichiarato che non ci sono i tempi per delineare i decreti legislativi da parte del Governo. Ecco perché dalle Regioni e attraverso i parlamentari eletti dobbiamo continuare a sollecitare una risposta per i quasi 5 milioni di cittadini, il 10% del corpo elettorale, che chiedono semplicemente di esercitare un diritto fondamentale su cui si fondano le democrazie, quello di voto”.
“Non dimentichiamo le difficoltà logistiche, di trasporto e soprattutto economiche che deve affrontare chi è costretto a spostarsi per andare a votare. Si tratta soprattutto di studenti o giovani lavoratori, quelli che bisognerebbe invitare a votare invece che ostacolarli, visto anche l’astensionismo dilagante – continua Rossi – Già dal 2015 in Italia è previsto l’esercizio del voto per corrispondenza, dapprima riservato solo agli italiani residenti all’estero, anche ai cittadini italiani che si trovino temporaneamente in un Paese straniero per motivi di lavoro, di studio, di cure mediche. – richiama Rossi che aggiunge – Bisogna estendere questa possibilità anche a chi è fuori sede ma entro i confini nazionali per evitare un’astensione forzata e garantire a tutti l’esercizio della democrazia. E bisogna farlo ora. Dall’Emilia-Romagna oggi abbiamo dato un messaggio importante”.