Violenza contro le donne. Oltre mezzo milione dal gruppo Pd ai centri che fanno prevenzione in Emilia-Romagna
La consigliera Nadia Rossi: “Evitiamo ritardi e sottofinanziamenti da parte di un Governo che sta ignorando la richiesta diffusa di cambiamento”
Arrivano 350mila euro per la rete emiliano-romagnola dei centri antiviolenza e 200mila euro ai centri per gli uomini autori di violenza: queste le dotazioni aggiuntive straordinarie che il Gruppo regionale PD ha deciso di inserire in Bilancio per rafforzare la rete dei servizi territoriali di prevenzione delle violenze di genere in Emilia-Romagna. “Come Partito Democratico – spiega la consigliera dem Nadia Rossi – abbiamo deciso di destinare oltre mezzo milione, ovvero l’intera nostra disponibilità nell’ambito della manovra finanziaria regionale per il 2024, al sostegno concreto sia delle competenze e strutture che quotidianamente aiutano, accolgono, supportano le donne vittime di violenze maschili, sia di quei servizi dedicati agli uomini violenti per un loro recupero e assunzione di responsabilità.”
Sono 22 i centri antiviolenza e 49 le case rifugio attive in Regione, mentre 14 sono i Centri per il recupero di uomini violenti, di cui 7 pubblici gestiti dalle Aziende sanitarie locali e 7 dal privato-sociale: “si tratta di una rete di servizi strutturali e diffusi che rientrano in una strategia ampia della Regione di contrasto alle discriminazioni nel lavoro, agli stereotipi, ai retaggi patriarcali che in tante forme alimentano nella società gli abusi sulle donne” spiega Rossi, che puntualizza: “per realizzare questa strategia, compresa l’integrazione del Reddito di libertà, la nostra Regione ha investito da inizio legislatura ben 20 milioni, perché le buone intenzioni senza soldi sono solo parole.”
Oggi la scelta del Gruppo PD mette l’Emilia-Romagna nelle condizioni di anticipare i fondi statali non ancora erogati alle Regioni per il funzionamento dei Centri e, soprattutto, mette al riparo dal rischio fondato di sottofinanziamento di servizi che sono essenziali per le donne, per la protezione anche dei loro figli, per realizzare percorsi di uscita da abusi, atti persecutori e violenze anche estreme in gran parte domestiche e agite da partner, mariti o ex. “Dove governa, a livello nazionale e regionale, la destra sta rifiutando sistematicamente le nostre proposte di aumentare le risorse per la prevenzione della violenza sulle donne, – rileva Rossi – di fatto la ministra Roccella punta solo sulla repressione e si limita a confermare vecchie linee di finanziamento dei Centri come se fossimo di fronte a qualcosa di accettabile. Evidentemente il Governo Meloni non riconosce l’origine culturale dei femminicidi e ignora la richiesta fortissima che da tutt’Italia viene rivolta alla politica per un investimento serio nel cambiamento culturale e sociale.”
Nello specifico, le dotazioni aggiuntive inserite nel Bilancio regionale 2024 vanno a rinforzare per una parte i servizi, offerti o coordinati dai Centri antiviolenza, di sostegno anche psicologico e per la concreta indipendenza delle vittime dai loro aguzzini; per l’altra parte implementano gli interventi finalizzati alla consapevolezza e alla rieducazione degli autori di violenza, anche attraverso la formazione di operatori e operatrici dei centri.