Nadia Rossi (Pd): “Per i diritti dei figli delle coppie omogenitoriali serve una legge, non agitare bandierine e compiere atti discriminatori”
La dichiarazione di illegittimità della trascrizione dei figli nati da coppie omogenitoriali da parte della procura di Padova getta nello sconforto 33 famiglie. A farne le spese sono soprattutto i 33 bimbi ai quali vengono negati dei diritti prima riconosciuti.
È questo il punto centrale che fa fatica a emergere da un dibattito che scade spesso nella miseria intellettuale per come viene affrontato – anche – dalla politica. Mettere davanti a tutto il resto i diritti dei bambini penso che dovrebbe essere l’urgenza ed esigenza di ogni adulto. Che colpa hanno i bambini se sono gli adulti a non sapersi dare delle regole che siano rispettose dei tempi, del progredire del senso di civiltà e delle opportunità?
Cito un esponente della Lega, giusto perché penso che il senso della realtà debba andare oltre gli stigmi della politica e dell’ideologia: “Noi dobbiamo pensare ai bambini, ai loro diritti. Questa non è una materia che si può affrontare agitando le bandierine”. Sono parole del sindaco di Treviso Mario Conte. “Il pensiero è solo per i diritti del bambino”.
Sia chiaro che su alcune cose, il sindaco di Treviso ed io, proprio non la pensiamo nello stesso modo. Ma non è necessario condividere ogni posizione specifica se poi il traguardo è lo stesso. Al netto della complessità della materia, la politica deve muoversi e affrontare la realtà, senza prese di posizione discriminatorie. Mi faccio anche un’altra domanda, poi, dal punto di vista giuridico: la Procura di Padova ha impugnato 33 atti di nascita, dal 2017, di figli di coppie omogenitoriali. Ma il Ministro Piantedosi a gennaio 2023 ha vietato la trascrizione in base a una sentenza della Cassazione di dicembre 2022. Perché la retroattività al 2017? E perché nessuno al Governo ricorda la sentenza 33/2021 in cui la Corte costituzionale sollecita il legislatore a colmare il vuoto normativo che non consente ai figli di coppie omogenitoriali di avere gli stessi diritti dei figli delle altre coppie? Non possono essere i sindaci, le procure a essere lasciati a occuparsene. Lo deve fare la politica. Lo chiede la società, ne hanno bisogno i bambini.