Terzo Settore, Nadia Rossi: “La nuova legge regionale è nata dal basso”
La consigliera Pd firmataria del testo: “Diamo una risposta al mezzo milione di emiliano-romagnoli attivi nel volontariato e ai 93mila addetti di enti e associazioni”
“I numeri del Terzo Settore in Emilia-Romagna sono altissimi: oltre 500.000 persone attive nel volontariato, più di 27.500 istituzioni tra enti e associazioni che occupano circa 93mila addetti. Dalle Istituzioni pubbliche, la prima cosa che va fatta, penso sia quella di ringraziare ciascuna e ciascuno di loro. Perché permettono agli emiliano-romagnoli di avere una buona qualità della vita grazie a tutte le attività e ai progetti che realizzano. Pensiamo alla cura, ai servizi alla persona, fino all’attività sportiva o ludico-ricreativa e culturale” parte da qui la consigliera regionale Pd Nadia Rossi, firmataria della nuova legge regionale dedicata al Terzo Settore su cui hanno lavorato la collega dem Francesca Maletti come relatrice e Federico Amico di Emilia-Romagna Coraggiosa come primo firmatario.
“Un percorso partecipato che oggi si è concluso con l’approvazione della legge senza voti contrari. Durante l’anno ci sono stati oltre 120 incontri che hanno toccato ogni provincia della Regione, nei quali insieme a Maletti e Amico, che ringrazio per il lavoro fatto, abbiamo coinvolto amministratori locali, dirigenti pubblici e sanitari, dirigenti privati, volontari che ogni giorno devono dare risposte a bisogni sempre più trasversali della cittadinanza. A Rimini e provincia l’appuntamento di presentazione e confronto sul testo è stato molto partecipato, la dimostrazione dell’entusiasmo e della collaborazione che contraddistingue questo settore. Con la nuova legge – sintetizza Rossi – vogliamo riscrivere il futuro dei servizi e delle attività in Emilia-Romagna secondo due direttrici: quella della coprogrammazione e quella della coprogettazione”.
“Siamo consapevoli che la riforma nazionale del Terzo Settore del 2017 abbia rappresentato un ostacolo per molti enti e organizzazioni no profit. La burocrazia invece di alleggerirsi, si è aggravata e per molte realtà è diventata un peso insostenibile. Con la nostra legge vogliamo ridurre il più possibile i disagi, rendendo più fluidi e meno macchinosi gli scambi di informazioni e di servizi tra pubblico e privato sociale. Tra Comuni, Aziende Sanitarie e Istituzioni e associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato e imprese sociali” specifica Rossi.
“Questa legge può fare molto per il Terzo Settore emiliano-romagnolo, pur restando nei limiti di quello che la Costituzione e la normativa nazionale impongono al legislatore regionale in merito. In Consiglio regionale abbiamo lavorato per dare a tutti l’attenzione che meritano e garantirgli così il giusto protagonismo nel tessuto socio-economico emiliano-romagnolo” conclude Nadia Rossi.