Granchio blu e specie aliene nell’Adriatico, risoluzione della consigliera Nadia Rossi in Regione
Dagli anni ’50 in Italia è apparso e si è diffuso nel Mediterraneo il granchio reale blu, una specie cosiddetta “aliena” originaria dell’Oceano Atlantico occidentale. Complici i cambiamenti climatici e il surriscaldamento dei mari, negli ultimi anni si è adattato agli habitat in prossimità di lagune ed estuari del Mar Adriatico, arrivando recentemente anche nelle acque emiliano-romagnole. “In assenza di predatori marini a contrastarlo, la sua diffusione sta impattando sull’intero ecosistema minacciando alcune specie autoctone come cozze, seppie, spigole, orate e pesce azzurro di cui il granchio blu è particolarmente vorace. – spiega Nadia Rossi, consigliera regionale e Vicepresidente della Commissione Ambiente – Una situazione che può danneggiare l’attività dei piccoli pescatori locali, già in difficoltà come tutto il settore pesca e la filiera connessa a causa della pandemia da Covid-19 e delle conseguenze del rincaro del gasolio”.
Per far fronte a quella che potrebbe diventare un’emergenza, in Italia e sulle coste dell’Emilia-Romagna di recente si stanno attivando progetti innovativi che coinvolgono giovani start-up, industrie alimentari, ristoratori e società cooperative del settore pesca con la finalità di pescare, lavorare e utilizzare attraverso la cucina e la ristorazione queste particolari specie aliene.
“Tra l’altro il granchio reale blu in molti paesi all’estero è considerato come specie pregiata e ha un costo che si aggira sui 150 euro al chilo. – racconta Rossi, che continua – Proprio in occasione della recentissima edizione di Al Meni a Rimini, ho potuto confrontarmi con Blueat, una start-up interamente al femminile che intende occuparsi della proliferazione delle specie aliene lavorando al contempo alla sopravvivenza delle risorse autoctone. Questo confronto mi ha spinto a presentare una risoluzione in Regione, consapevole che serva l’intervento delle istituzioni nazionali ed europee per definire azioni a tutela dei nostri mari e delle attività che si sviluppano attorno a essi”.
Fino a quando, infatti, il granchio reale blu non sarà inserito tra le specie esotiche invasive di rilevanza per l’Unione Europea, decisione che al momento risulta al vaglio della Commissione europea e del Commissario europeo alla Pesca, non sembra possibile commercializzarlo. Aumentare la domanda e sviluppare un commercio di questo prodotto invece è fondamentale per combatterne la proliferiazione dannosa. “Per questo ho chiesto un impegno in Emilia-Romagna per sollecitarne il riconoscimento a livello comunitario. Parallelamente ad un’azione di informazione e sensibilizzazione sull’esistenza di queste specie, anche mettendo in rete le società cooperative, le imprese della pesca e tutti i possibili soggetti coinvolti nella filiera della pesca, della lavorazione e del riutilizzo culinario del pescato. Promuovere accordi tra loro che abbiano come obiettivo sviluppare progetti con finalità positive per l’ambiente e l’ecosistema e al contempo per la tutela del sistema socioeconomico ed imprenditoriale locale, anche attraverso una calmierazione dei prezzi del prodotto, è la chiave per ottenere il miglior risultato possibile per tutti” conclude Nadia Rossi.