Nadia Rossi: “Per la sicurezza in Riviera, ognuno faccia la sua parte ed agisca con responsabilità”
Il tema della sicurezza in Riviera, tornato con forza alla ribalta dopo i recenti episodi di cronaca legati alla città di Riccione, è una questione che va oltre gli schieramenti politici. È una questione di ordine pubblico, di prevenzione, di controllo, tanto più in una zona come la Romagna dove ogni anno si riversano milioni di arrivi nella stagione turistica, facendo lievitare esponenzialmente la popolazione residente.
A inizio estate avevo lanciato l’allarme ed insieme ai colleghi consiglieri Pd avevo depositato un’interrogazione urgente alla Giunta regionale perché si attivasse presso il Governo con il fine di ampliare i Presidi di Polizia estivi, che rischiavano di essere previsti solo nei Comuni capoluogo di provincia. E solo una settimana fa ho firmato un testo che chiede ulteriori misure da mettere in campo per rispondere al fenomeno delle baby gang, sempre più diffuso anche a causa della pandemia, che ha aumentato il disagio sociale ed incrementato gli episodi di violenza ed aggressione da parte dei giovani. Come evidenziato dalla preoccupazione dei sindaci del territorio, il tema sicurezza è molto ampio: per questo eviterei di strumentalizzarlo come sto purtroppo vedendo fare in queste ore da esponenti locali della Lega, l’onorevole Raffaelli per prima, che ha subito attaccato le politiche portate avanti dalla Regione in questi anni, come quella di “Città sicure”. L’Emilia-Romagna, per inciso, stanzia ogni anno 2 milioni e mezzo di euro per finanziare progetti sulla sicurezza integrata proposti dai comuni e dagli enti locali, interventi sicuramente non risolutivi ma importanti per i territori: il Comune di Riccione non presenta progetti da oltre due anni. Se è vero che le armi degli enti locali sono spuntate dal punto di vista della repressione, è anche vero che nel campo della prevenzione, dell’inclusione e della riqualificazione urbana il comune può fare la sua parte, anche grazie ai finanziamenti regionali. Detto questo, è evidente che il nodo della questione inerente alle competenze sia nazionale, ed è lì che va portato il tema, senza perdere altro tempo. Mai come in questo momento la politica e il territorio devono essere compatti nel chiedere risorse e definire strategie comuni. Auspico quindi che il governo e il parlamento, su impulso dei deputati e dei senatori eletti sul territorio in tutti gli schieramenti, si muovano perché alla Riviera romagnola sia garantito il presidio e le forze che sono necessarie per la tutela dell’ordine pubblico. Ognuno faccia la sua parte ed agisca con responsabilità per garantire ai cittadini ed ai turisti una Riviera sempre più sicura.