Discoteche, Nadia Rossi (Pd): “Servono regole per ripartire, il rischio sono feste abusive e assembramenti pericolosi”
“Assembramenti, feste e rave party abusivi, senza il minimo rispetto delle basilari norme di sicurezza. Un problema che a più di un anno dalle prime chiusure delle discoteche non si può più ignorare e che contribuisce ad alimentare la distanza tra istituzioni e operatori del settore, in grande difficoltà da oltre un anno e mezzo e che avrebbero gli strumenti e le possibilità per garantire un’offerta di divertimento sicura. Le discoteche sono ancora chiuse in Riviera così come nel resto d’Italia, i gestori legittimamente continuano a manifestare il loro malcoltento e la preoccupazione per il rischio, concreto, che centinaia di imprese in Romagna e nelle principali mete turistiche estive siano cancellate dal mercato del lavoro, con drammatiche conseguenze per migliaia di lavoratori e per le loro famiglie.
I ristori messi in campo a livello nazionale e poi regionale non sono sufficienti: il vero ‘ristoro’ è consentire finalmente le riaperture, con tutte le prescrizioni e le norme necessarie per garantire la salute dei clienti e degli stessi dipendenti. E’ urgente non solo perché la questione economica e occupazionale è gravissima, ma anche perché gli episodi eclatanti che si sono registrati di recente – penso per esempio a quelli nel Lodigiano e nel Pisano – ma soprattutto le tante e diffuse situazioni di balli abusivi e assembramenti, rappresentano un rischio ancora maggiore per la salute pubblica, oltre che una forma di concorrenza sleale ai danni dei tanti operatori che pur nella crisi, rispettano le norme.
Con la vaccinazione che prosegue spedita, esistono le possibilità di tornare a organizzare momenti di incontro con regole precise e sicure per la collettività: concerti, spettacoli, eventi e feste private possono gradualmente tornare ad essere nella nostra quotidianità. Penso che per le sale da ballo, le discoteche, gli stabilimenti balneari, si possano trovare soluzioni – sfruttando il green pass o i tamponi, per esempio – per riaprire in sicurezza dando una mano concreta al settore. Tenere chiuso non basta e non serve più”.