Pesca, il Pd in Regione dopo le proteste del settore, chiede a Governo e Ue di rivedere le proprie politiche
Nadia Rossi (Pd): “Serve un nuovo disegno delle politiche di settore, accompagnandolo verso una svolta ecologica”
Lo scorso 12 giugno, i pescatori di tutta Italia su iniziativa dell’Alleanza delle Cooperative, hanno protestato con il motto “Salviamo la pesca Italiana”.
“Come consigliera regionale avevo aderito all’iniziativa, solidale con imprese e lavoratori del settore. Oggi annuncio di aver depositato una risoluzione in Regione che si inserisce nel solco tracciato. La pesca dell’Alto Adriatico e del Mediterrano è messa in pericolo da politiche Europee ma anche di carattere nazionale che non tengono conto delle specificità territoriali. Una eccessiva omogeneizzazione delle pratiche, come quella sulle giornate di fermo pesca che sono in costante aumento e destinate addirittura a raddoppiare in base alla decisione della UE, penalizza in particolare le nostre attività. Non possiamo e non vogliamo permetterlo. La Regione Emilia-Romagna, anche tramite il lavoro dell’Assessore Alessio Mammi, è ferma su questo punto” richiama Nadia Rossi, consigliera Pd in Assemblea Legislativa.
Nell’ambito dell’obiettivo di accompagnare la transizione ecologica nel settore della pesca nell’Alto Adriatico, con misure che non pregiudichino la sopravvivenza delle imprese del settore, l’attenzione della Regione è infatti rivolta al tema del massimo rendimento sostenibile. In sostanza di una valutazione attenta in merito alle conseguenze economiche e sociali delle progressive riduzioni dei giorni di pesca e della capacità delle flotte, anche attraverso una stima puntuale sugli esiti prodotti dalle giornate di fermo aggiuntivo previste dall’ultimo decreto ministeriale, al fine di giungere ad una definizione equilibrata delle regole, che tenga nel dovuto equilibrio l’obiettivo della sostenibilità economica e sociale oltre alla sostenibilità ambientale”.
“In sintesi, la proposta dell’Emilia-Romagna è quella di valutare gli esiti prodotti dalle giornate di fermo pesca, senza limitarsi a previsioni che non hanno nulla a che vedere con misurazioni puntuali” sintetizza Rossi.
“Pensiamo che a livello europeo e nazionale si debba investire su un complessivo disegno green e sulla sostenibilità delle attività di pesca nel Mediterraneo. Tutto questo senza intaccare dal punto di vista economico e lavorativo gli operatori del settore, spesso i primi a prestare attenzione allo stato di salute del mare, che lavorano per portare sulle tavole di tutto il Paese una grande varietà di pesce italiano di qualità” conclude la consigliera democratica.