Le sfide per il futuro del commercio nella tavola rotonda digitale promossa da Nadia Rossi
Le categorie chiedono sburocratizzazione, web tax, investimenti sulla formazione, regolamentazione delle grandi strutture di vendita. L’assessore Corsini: “Lavoriamo ad un codice del commercio da sostenere con fondi strutturali regionali per dare liquidità alle imprese”. L’assessore Sadegholvaad: “Fiera, aeroporto e riqualificazione della città per guardare al futuro con ottimismo”.
Le sfide per il rilancio del commercio sul territorio sono state al centro della tavola rotonda digitale promossa dalla consigliera regionale del Pd Nadia Rossi, che ha visto la partecipazione di una rappresentanza delle categorie del settore con Giammaria Zanzini (Presidente Provinciale Federmoda-Confcommercio), Davide Cupioli (Presidente Confartigianato Imprese Rimini), Fabrizio Vagnini (Presidente provinciale Confesercenti) e Davide Ortalli (Direttore Provinciale di CNA), l’assessore regionale al commercio e al turismo Andrea Corsini e l’assessore alle attività economiche del Comune di Rimini Jamil Sadegholvaad.
“Nel decennio 2009-2019 – ha esordito la consigliera dem Nadia Rossi – il commercio al dettaglio in Emilia-Romagna ha vissuto un innegabile ridimensionamento, soprattutto per ciò che riguarda i piccoli esercizi commerciali tradizionali. La Regione è intervenuta, attraverso un primo intervento di riforma della legge 41 del 1997, prevedendo lo stanziamento di fondi che arrivassero direttamente nella disponibilità di negozianti e commercianti, non più solo agli Enti locali per la valorizzazione delle aree commerciali e mercatali come previsto dalla legge 41. Finanziamenti per la qualificazione, l’innovazione, la digitalizzazione dei servizi delle imprese locali. La spinta dei contributi diretti attraverso bando era quella giusta: puntare sullo sviluppo di una rete commerciale territoriale che sostenesse il lavoro eccellente degli attori locali e guardasse allo stesso tempo al mondo che cambiava. Oggi quel mondo in cambiamento è stato stravolto dalla pandemia e quel percorso avviato necessità di un’accelerazione. Abbiamo gestito la fase emergenziali con provvedimenti urgenti per dare una prima veloce risposta per sostenere occupazione e la liquidità alle imprese del territorio e a settembre 2020 abbiamo incrementato di 800 mila euro il plafond del bando per l’accesso al credito per la qualificazione e l’innovazione delle strutture commerciali (2,8 milioni di euro a disposizione dei commercianti). Oltre a queste risposte, deve fare seguito una progettazione per una reale ripartenza, possibile solo con una sinergia e un lavoro di rete tra tutti gli attori, istituzioni e categorie”.
Tre i piani affrontati da Fabrizio Vagnini, Presidente provinciale Confesercenti nel suo intervento. “Chiediamo di istituire una moratoria sui centri commerciali: ci troviamo a risentire parlare di una possibile struttura per la grande distribuzione entro commerciale per rendere appetibile l’asta della ex nuova questura di via Ugo Bassi, area centrale della città. Credo che su questo fronte si debba adottare la parola fine”. Altro tema, favorire l’accessibilità del centro storico anche a fronte degli investimenti fatti per la riqualificazione della città. Infine, a livello regionale, “si debba lavorare molto sull’immagine del turismo in sicurezza, sia pubblica sia soprattutto sanitaria. Occorre infine una riforma fiscale, una semplificazione dell’eccessiva burocrazia e intervenire con una tassazione dei giganti del web che sono cresciuti in maniera esponenziale. Pagare tutti e pagare meno”.
Davide Cupioli (Confartigianato Imprese Rimini) ha sottolineato come se da una parte la pandemia ha segnato un ritorno alla bottega artigiana, dall’altra si è assistito ad un’esplosione dell’e-commerce. È inutile ostacolare questo cambiamento, ma al contrario dobbiamo comprendere il fenomeno e trovare il sistema per entrare in questo flusso. Confartigianato ha puntato molto sulla formazione: se vogliamo far sopravvivere le nostre aziende dobbiamo investire sulle risorse umane per ampliare le competenze”. “Il commercio è cambiato profondamente, ora l’atto dell’acquisto non è legato solo ad un bisogno, ma diventa un’esperienza personale. Se non ce ne rendiamo conto e non adattiamo i correttivi, non c’è futuro. Dobbiamo innovare il modello di approccio, diversificare il servizio, proporre in maniera più attuale la nostra proposta”. Tra le richieste urgenti legate alle conseguenze della crisi pandemica, un sostegno alla liquidità per le imprese costrette a lunghe chiusure causa Covid. “Il ristoro non è la risposta, ci vuole un aiuto più incisivo”.
“Oggi è la fase in cui stringere i denti, salvaguardare il nostro tessuto commerciale per traghettarlo fuori dalla tempesta – commenta il Direttore Provinciale di CNA Davide Ortalli – Nell’immediato bisogna agire in primis con la semplificazione delle procedure, per accompagnare le imprese nella presentazione delle domande dei vari bandi che escono a tutti i livelli e promossi a sostegno delle imprese. Altro tema che può sembrare marginale è il tema dell’aggiornamento dei registri di cassa
per la lotteria degli scontrini, un costo imposti che il legislatore dovrebbe agevolare con un Credito di imposta doveroso al 100%”. Per il futuro, serve “equità fiscale per le imprese di e-commerce, investire sulla formazione e per accompagnare le imprese in questa fase di cambiamento, favorire le reti e le aggregazioni di imprese, favorire la digitalizzazione, lavorare su un nuovo concetto di città digitale”.
Tra le ricette proposte da Giammaria Zanzini (Presidente Provinciale Federmoda-Confcommercio), “una normativa per mettere un freno all’insediamento dei centri commerciali sull’esempio di Trento e Bolzano, una regolamentazione per la vendita negli outlet e per gli spacci aziendali, la definizione di una data unica per saldi estivi e invernali valida per tutta Italia. E non da ultimo la lotta alla contraffazione, l’introduzione della web tax. Infine la detassazione dei magazzini, per superare il problema delle rimanenze, con detrazione del 30%. Credo che l’Emilia Romagna possa essere da esempio”.
“Ho un’attività da 43 anni a Rimini, vivo sulla mia pelle le difficoltà degli artigiani, come il paradosso dei registratori di cassa, una situazione davvero grottesca – esordisce l’assessore alle attività economiche del Comune di Rimini Jamil Sadegholvaad – Oggi viviamo una situazione preoccupante, i negozi sono l’anima dei nostri centri urbani e le serrande abbassate sono un problema per la gestione della città. In questi mesi il Comune di Rimini ha provato a dare una mano alle imprese attraverso al pacchetto di provvedimenti della no tax area, con sostegno a start up, botteghe storiche e soprattutto azioni per abbassare gli affitti: in una ventina di casi i proprietari di negozi hanno accettato di ridurre il canone di locazione, vedendosi rimborsare l’Imu per tre anni. Abbiamo agito sulla Tari, con un investimento di 4 milioni di euro. Guardando in prospettiva, la prossima amministrazione dovrà fare una valutazione molto seria e molto profonda se sia il caso di appesantire ulteriormente una rete commerciale in sofferenza e già satura con nuove strutture di grandi dimensioni. Comune e Regione non sono stati con le mani in mano, guardando oltre il Covid: abbiamo investito su una città più attrattiva, riqualificando centro storico e lungomare, sul sistema aeroportuale, che pochi giorni fa ha ricevuto l’importante finanziamento da 12 milioni di euro e sulla fiera attraverso il rapporto in corso con Bologna. Fiera forte, aeroporto forte, una città attrattiva è il modo migliore per guardare al futuro con ottimismo”.
“Il commercio è un pezzo del nostro welfare – commenta l’assessore regionale Andrea Corsini – contribuiscono alla tenuta della struttura sociale. I comuni, le Regioni hanno fatto tutto quanto possibile finora a sostegno del settore, ma gli strumenti messi in campo finora oggi non più sufficienti. Come Regione stiamo ragionando su una nuova riforma della legge del commercio, da sostenere attraverso le risorse del fondo sviluppo regionale. Sono in corso di definizione da parte del governo le risorse per i prossimi 7 anni dei fondi strutturali che saranno nelle disponibilità della regione, che si aggiungeranno ai fondi del recovery. Quei fondi strutturali potremmo utilizzarli per immettere liquidità importante a sostegno delle piccole imprese commerciali e artigianali delle nostre città. A breve quindi avvieremo un confronto con le categorie su questo nuovo ‘codice del commercio’ dentro cui individuare strategie e risorse e mettere ordine alla materia, regolando ad esempio una serie di attività commerciali come gli outlet per evitare che si creino situazioni di concorrenza sleale”. Rispetto alla tassazione per i giganti del web “è un tema di equità sociale da affrontare, ma sbagliamo a pensare che anche se ci fosse un’azione politica in questa direzione risolveremo i problemi del commercio. Dobbiamo concentrarci su come fare ripartire la domanda”.