I grillini emiliano-romagnoli vogliono spegnere la voce di Radio Radicale ed escono dalla commissione.
In Regione una risoluzione dove mi vede prima firmataria per scongiurarne la chiusura.
Nel decreto crescita sono stati dichiarati inammissibili gli emendamenti che avrebbero fatto vivere l’emittente Radio Radicale. Spegnere la voce di questa Radio significa strappare il filo tra i cittadini e la politica. Ho presentato in Regione una risoluzione sul tema.
Oggi in Commissione abbiamo approvato la risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo per consentire la prosecuzione della trasmissione radiofonica delle sedute dei lavori parlamentari da parte di Radio Radicale con la proroga del vigente regime convenzionale con il Centro di produzione S.p.a. e il ripristino dei tagli effettuati dal Governo. Peccato che i rappresentanti del Movimento 5 Stelle emiliano-romagnoli preferiscano uscire dalla commissione piuttosto che prendersi le proprie responsabilità. Radio Radicale è una storica emittente radiofonica e con lei rischiano il posto più di 100 persone, tra giornalisti e tecnici. Non possiamo permettere che questo Governo cancelli una memoria storica e proibisca ai cittadini di seguire la vita politica del parlamento, rimbalzando la palla delle responsabilità e non risolvendo le tensioni create nel mondo dell’informazione. Luigi di Maio si era detto favorevole a trovare una soluzione per non far chiudere i battenti ad un servizio pubblico che svolge attività da 43 anni, eppure in Parlamento così come in Regione Emilia-Romagna è ancora bagarre. Trovo assurdo che questo Governo preferisca imbavagliare l’informazione piuttosto che garantire la democrazia. Rimarco la necessità di trovare una soluzione in occasione del 27 maggio, quando a Roma la commissione congiunta Bilancio-Finanze tornerà a riunirsi.