In piazza a Rimini la protesta contro il DDL Pillon.
Anche in piazza Tre Martiri a Rimini, come in diverse piazze italiane, questa mattina c’è stata un’iniziativa per contrastare il disegno di legge del senatore Pillon sull’affido condiviso dei figli e il loro mantenimento. Quello del senatore Pillon è un disegno di legge miope, retrogrado, iniquo, ma soprattutto dannoso per le madri, per i padri e soprattutto per i figli, ed è l’ennesimo segnale di uno scollamento preoccupante tra chi governa e la realtà. Ben venga l’illuminazione del vicepremier Di Maio, che ha ammesso che il ddl Pillon “così non va”. Peccato che l’annuncio di correttivi per bocca del leader pentastellato suoni più allarmante che rassicurante, perché lascia intendere che, al netto di qualche aggiustamento in corsa, si proseguirà sulla strada intrapresa. Un percorso che, per come è stato pensato e impostato, metterà a rischio la serenità dei figli di coppie separate, aggraverà i costi della separazione con l’inserimento della figura del ‘mediatore familiare’, di fatto metterà ancor più in difficoltà il genitore nella posizione economica e psicologica più debole (spesso mamma). La separazione diventerà oltre che un trauma emotivo per la famiglia, un lusso che in pochi si potranno permettere, costringendo molte coppie a proseguire nella vita in comune solo per mere questioni economiche. E non da ultimo cancellerà le tutele per le donne che denunciano violenza subita dal marito, che in questo ddl passano da vittime a presunte colpevoli. Invito il senatore Pillon e i miei colleghi che anche incoerentemente si sono schierati al suo fianco, ad avvicinarsi alla realtà dei centri antiviolenza, ad ascoltare le storie di quelle donne che hanno trovato la forza di reagire e interrompere una catena di sofferenze, capire cosa c’è dietro ad una separazione quando le risorse economiche sono poche e le complicazioni sono tante. Scopriranno che spesso è proprio la volontà di difendere i figli a far scattare nelle donne la molla per uscire anche dalle situazioni più drammatiche. A chi si oppone al Decreto, l’invito è a non fermarsi alla manifestazione di oggi ma ad affrontare il tema nei consigli comunali, nei consigli provinciali, fare incontri di approfondimento e informazione per spiegare a tutti i rischi di un disegno di legge figlio del bigottismo e di ignoranza.