Dichiarazione stampa della consigliera regionale Nadia Rossi (Pd) in risposta alle dichiarazioni e alle iniziative dell’on. Galeazzo Bignami riguardanti il Festival di Santarcangelo.

Apprendiamo dai media della crociata dell’On. Galeazzo Bignami per preservare  il buon gusto e l’onorabilità della nostra società. Questa volta al centro della sua battaglia, che ha deciso di portare alla ribalta del Parlamento, è uno spettacolo messo in scena al Santarcangelo Festival, una delle eccellenze culturali della nostra Regione.

Polemiche ormai rituali per il Festival, che mantiene il merito indiscutibile di smuovere le coscienze sopite e anche di rimettere al centro della discussione la cultura e l’arte.

Partiamo da alcune considerazioni oggettive. Il Festival di Santarcangelo è un punto di riferimento dell’ambiente teatrale a livello internazionale e non serve essere grandi esperti del settore per capirlo. Lo testimonia la longevità della rassegna –che tra due anni celebra la 50esima edizione– ed il programma, con artisti provenienti da tutto il mondo che spesso scelgono il borgo clementino spesso per debuttare con le nuove produzioni.

Lo spettacolo oggetto della polemica sollevata dal centrodestra santarcangiolese per la presenza nel finale di alcuni attori nudi e per il fatto che è stato rappresentato in piazza (Multitud dell’artista uruguaiana Tamara Cubas) è un lavoro che mette al centro la creazione di un gruppo e i comportamenti dell’individuo all’interno delle dinamiche collettive. È un progetto che ha girato diversi Paesi sia in Sud America che in Europa riscuotendo ovunque successo. È arte e come tale può dividere, creare discussioni e aprire al confronto, cosa di cui, francamente, c’è grande bisogno.

Inoltre, il progetto dell’artista uruguaiana ha coinvolto una settantina di volontari, cittadini comuni, molti ‘reclutati’ sul territorio, giovani e meno giovani, che si sono messi in gioco e che hanno deciso di entrare in scena. Una settantina di persone che evidentemente non hanno ravvisato niente di così scandaloso o indecente nella performance che –va detto– ha contato oltre duemila spettatori in tre serate.

Abbandonando il campo della critica dei linguaggi artistici, prerogativa tra l’altro che spetta alla società e non alla politica, passiamo agli aspetti meramente economici: l’indotto del festival è innegabile, sia per il ritorno di immagine di Santarcangelo – paese che ha l’arte in ogni sua espressione nel suo dna – sia per le attività del territorio. Anche per questo motivo, mettere in dubbio l’opportunità di finanziare il Festival sulla base di considerazioni più estetiche che reali fa sorridere. Così come è discutibile fare polemica e propaganda, fino a coinvolgere il Parlamento, attaccando un festival che rappresenta un patrimonio non solo della città e della regione, ma del Paese.

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