Fibromialgia: il Ministero si attivi per riconoscerla come malattia cronica ed invalidante.

La Regione Emilia-Romagna continua a porre l’accento sulla fibromialgia. Dopo la pubblicazione delle linee guida per gestire questa invalidante malattia è necessario aprire un confronto con il Ministero.

I primi di febbraio abbiamo raggiunto un traguardo importante che dimostra la vicinanza ai tanti malati. Ora però è necessario un ulteriore passo avanti. Per questo ho sottoscritto insieme a molti colleghi del PD e del centrosinistra, una risoluzione, che chiede al Ministero della salute e al Consiglio Superiore di Sanità un confronto sulle linee guida elaborate dalla nostra Regione, affinchè possano diventare una base di lavoro comune e di attività di ricerca, finalizzate al riconoscimento della fibromialgia come malattia cronica ed invalidante e al conseguente inserimento nei livelli essenziali di assistenza.

Il documento promosso dalla Regione Emilia-Romagna Diagnosi e trattamento della Fibromialgia, definisce la sindrome e stabilisce le modalità di diagnosi, presa in carico, trattamento e follow-up post trattamento dei pazienti.

Le linee di indirizzo regionali sono destinate a tutti i professionisti, oltre che a tutte quelle persone che ogni giorno lottano contro una malattia difficile da curare oltre che da diagnosticare. La popolazione emiliano-romagnola affetta da fibromialgia, secondo i dati scientifici, risulta compresa tra i sessantasei mila e ottantanove mila cittadini. Purtroppo a livello nazionale la fibromialgia non è ancora riconosciuta tra le malattie croniche e invalidanti per le quali è prevista l’esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria e non sono attivi protocolli diagnostici e percorsi assistenziali specifici. Il documento rappresenta un unicum a livello nazionale per inquadrare questa malattia, ma è necessario aprire un confronto che attivi le istituzioni a tutti i livelli.

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