La maggioranza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna esorta il Parlamento ad approvare lo Ius soli.
Approvata risoluzione che chiede a Giunta di spronare Governo e Parlamento.
La maggioranza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna esorta il Parlamento ad approvare lo ‘Ius soli’. L’invito, attraverso l’approvazione di una risoluzione, presentata dal Partito democratico che ho sottoscritto, che impegna la Giunta a spronare il Parlamento e il governo centrale a mettere in campo tutti gli strumenti legislativi e politici per approvare definitivamente entro la fine di questa legislatura lo Ius soli. In Italia, oggi, vivono cinque milioni di stranieri, pari all’8,3 per cento dei residenti a livello nazionale. In base ai dati del ministero dell’Interno sono regolarmente presenti in Italia 3.931.133 cittadini non comunitari, numero sostanzialmente stabile rispetto al 2015. La presenza non comunitaria risulta essere sempre più stabile sul territorio nazionale infatti cresce il numero dei soggiornati di lungo periodo che nel 2016 raggiunge il 59,5 per cento dei cittadini non comunitari regolarmente presenti. Anche la quota di minori non comunitari presenti in Italia è sostanzialmente stabile. Dai dati Istat emerge che nel 2015 in Italia quasi 101.000 dei nati in Italia (20,7 per cento del totale) sono nati da uno o entrambi i genitori stranieri. I figli degli immigrati che frequentano la scuola sono il 9,2 per cento degli alunni, il 60 per cento di essi è nato in Italia, percentuale che sale invece all’85 per cento nella scuola della’infanzia. Gli stranieri contribuiscono alla creazione di valore aggiunto per 131 miliardi di euro (8,9% del PIL) versano Irpef per 7,2 miliardi e contributi previdenziali per 11,5 miliardi, con un saldo positivo di 5 miliardi sui conti Inps.
La legge italiana non prevede il riconoscimento del diritto di cittadinanza per il semplice fatto di essere nati in Italia. La condizione giuridica dei bambini di origine straniera nati in Italia èstrettamente legata a quella dei genitori: infatti solo se, dopo dieci anni di residenza legale, ottengono la cittadinanza, questa si trasmette ai figli. I figli, in questo caso, possono fare richiesta di cittadinanza solo al compimento del diciottesimo anno di età (e non oltre il compimento del diciannovesimo) a condizione però che siano in grado di dimostrare di aver vissuto ininterrottamente sul territorio italiano. Inoltre è cittadino italiano per nascita: se è il figlio di padre o madre cittadini, quello di genitori ignoti o apolidi.
Se verrà approvata dal Senato, e quindi diventerà legge visto il via libera di Montecitorio, introdurrà due istituti distinti: lo Ius soli temperato e lo Ius culturae.
Diventerà cittadino italiano (Ius soli temperato) chi è nato in Italia da genitori stranieri, se almeno uno dei due si trova legalmente In Italia e sia in possesso del permesso di soggiorno UE di lungo periodo. Se i genitori sono extracomunitari ci sono altri requisiti richiesti: un permesso di soggiorno in corso di validità da almeno cinque anni, un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, la disponibilità di un alloggio e il superamento di un test di conoscenza della lingua italiana (livello A2). Mentre lo Ius culturae consente l’acquisto della cittadinanza a chi abbia conseguito una formazione scolastica nel nostro Paese per almeno cinque anni. Un impegno che ha visto noi della maggioranza votare compatta a favore dell’atto d’indirizzo.
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