Gender Gap. L’Italia perde posizioni, ma l’Emilia-Romagna inverte il trend nazionale.

Forte disparità retributiva tra uomini e donne. Con il Patto per il Lavoro dell’Emilia-Romagna misure a sostegno dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile.

Rispetto al Global gender Gap Report realizzato anche nel 2016 dal World Economic Forum, l’Italia peggiora il suo posizionamento rispetto all’anno precedente. Rispetto ai 144 paesi presi in esame, scende infatti dalla 41^ alla 50^ posizione nella classifica generale che tiene conto di quattro indicatori: salute, istruzione, presenza politica e partecipazione socio-economica. In particolare, il dato peggiore è quello registrato rispetto alla partecipazione economica: l’Italia è 117^ nel mondo, più specificamente 89^ per tasso di occupazione femminile, 98^ per il reddito percepito dalle donne e infine il gap tra le retribuzioni è quello che incide più di tutti ponendo l’Italia addirittura al 127^ posto per uguaglianza salariale.

La disparità tra donne e uomini che hanno impieghi simili è abissale. E’ di questo che abbiamo discusso in una seduta della Commissione Parità dell’Assemblea legislativa di cui sono capogruppo PD. In Emilia-Romagna, rispetto alla media nazionale, i dati sono certamente più confortanti. Siamo la regione italiana col più alto tasso di occupazione femminile che nei primi mesi del 2017 ha raggiunto il 62.8% superando di 14 punti percentuali il tasso nazionale.

Le differenze di ruolo e di opportunità ci fanno riflettere: nel 2015 la retribuzione media per un lavoratore dipendente era di 27.267 euro per un uomo a fronte di 18.247 euro per una donna. Distanza che si accentua ulteriormente nelle fasce operarie e impiegatizie e che si riduce all’aumentare dell’inquadramento professionale. Più si sale, però, meno donne si contano ai vertici delle aziende.

Questi dati ci indirizzano verso nuove e più vigorose politiche attive che permettano di colmare il gap. La Regione Emilia-Romagna è già attiva su questo fronte, in particolare con i contenuti del Patto per il Lavoro che coinvolgono la partecipazione femminile e una rete di servizi socio-assistenziali che consenta alle donne di essere attive. Attenzione particolare è rivolta alle donne in situazione di fragilità sociale e di povertà, ma anche alla formazione affinchè sia rafforzata la presenza femminile nei settori innovativi della produzione.  In Commissione abbiamo dato il via libera a due risoluzioni che impegnano la nostra Giunta a proseguire nel percorso di analisi e risoluzione di un problema grave e serio come le disparità retributive tra donne e uomini e a orientare le politiche del lavoro verso una maggiore uguaglianza. Ci siamo già dotati di uno straordinario strumento, il Bilancio di genere, che potremo aggiornare con nuove e specifiche azioni rivolte a quest’obiettivo.

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